La ripresa dell'industria automobilistica dalla crisi del Covid-19 è alle porte, secondo gli analisti economici. Questo offre buone opportunità di lavoro per il settore dei rottami.
La salute dell'industria automotive ha un'enorme importanza per il riciclo, visto che è la maggiore consumatrice di metalli e plastiche riciclate. Il settore, dato per praticamente morto fino a pochissimi mesi fa, anche a causa del COVID-19, si sta rivelando estremamente elastico agli incentivi che, presumibilmente, stanno per arrivare a pioggia.
I primi a introdurre incentivi in Europa per sostenere la domanda di auto, sono stati i francesi, che hanno erogato contributi fino a 12 mila euro per una vettura elettrica e con un numero massimo di 200 mila beneficiari.
Poi sono arrivati quelli italiani, molto più inclusivi, diciamo, tanto che i modelli compresi nel bonus abbracciavano alcune categorie che è difficile definire 'ecologiche', come le auto a benzina e diesel.
Resta il fatto che la risposta degli utenti agli ecoincentivi che sono arrivati sia con le vecchie regole (già in vigore da marzo 2019) che con le nuove, è stata decisamente positiva, visto che i 50 milioni di stanziamento iniziale sono stati esauriti nel giro di una settimana.
Un'elasticità della domanda agli incentivi decisamente inattesa, tanto che, sull'onda dell'entusiasmo (e dei soldi del Recovery Fund) il Governo ha varato altri finanziamenti, che sono arrivati col decreto Agosto (attualmente in fase di conversione in legge). Il piano di incentivi, questa volta, appare più coerente con le istanze ambientali (o presunte tali, visto che sull'elettrico come toccasana non tutti sono d'accordo, vedi Clima: auto elettrica peggio del diesel?).
Le nuove fasce di agevolazioni (individuate per emissioni di CO2) sono diventate quattro al posto delle tre precedenti. Quale sarà l'esito di questo denaro sulle vendite? A guardare gli ultimi dati, con la riapertura delle concessionarie dopo il lockdown e il varo degli incentivi, i segnali di miglioramento esistono, soprattutto se si tiene conto dei nuovi modelli di ownership, che comprendono leasing e noleggio a lungo termine. Segno, quest'ultimo, che i consumatori si indebitano per cambiare l'auto, e che quindi stiamo davvero raschiando il fondo del barile.
Anche dall'altra parte dell'Atlantico si respira aria di ripresa: la produzione mensile di veicoli leggeri negli Stati Uniti è tornata ai tipici livelli estivi, sebbene nessuno si aspettasse un ritorno così veloce ai volumi usuali, almeno non prima del 2022. Gli esperti erano convinti che le filiere di fornitura del settore avrebbero richiesto almeno due anni per tornare ai normali livelli di attività.
A causa della pandemia, la società di consulenza KPMG ha previsto una riduzione fino al 9% dei km percorsi dai veicoli con maggiore lavoro da casa e più persone che acquistano online. Ma questa tendenza si scontra con una tendenza opposta, che è quella della maggior propensione alla sostituzione del veicolo per uno più 'ecologico' (fatte salve le perplessità espresse sopra).
Le auto elettriche, a torto o a ragione, sono sempre più popolari tra le persone ecosensibili, e sono state uno dei tipi meno colpiti dalla pandemia. Ma anche con questo nuovo paniere di acquisti, nel 2027 il 94% dei veicoli avrà ancora motori a combustione interna (compresi gli ibridi).
Il cambio nell'uso dei materiali nelle auto moderne influenzerà inevitabilmente anche i riciclatori. Mentre attualmente il 40% delle automobili e dei camion è realizzato in acciaio dolce e ad alta resistenza, è probabile che tale percentuale scenda a meno del 10% entro il 2040. L'uso di plastica e alluminio continuerà a crescere.