Può un mondo che rifiuta il vaccino anti-COVID ai poveri, risolvere problemi globali, come quello dell'accesso all'acqua? Eppure costerebbe così poco...
Il G20 dei Ministri della Sanità è finito lunedì a Roma con promesse al vento agli Stati che non possono permettersi i vaccini anti-COVID. Nessuna scelta concreta a favore di questi Paesi, come la sospensione dei brevetti che continua a essere chiesta (senza successo) da oltre 100 nazioni.
"Vergognosa e indecente è stata la decisione del G20 di non appoggiare la moratoria sui brevetti sui vaccini," sostiene il medico Vittorio Agnoletto, su Radio Popolare Network. "Il nostro governo ci ha sommerso di parole sui vaccini per tutti," prosegue Agnoletto, "ma si è guardato bene dallo spiegare come perseguire tale obiettivo nella riunione del G20 che Speranza ha presieduto in questi giorni. Parole che nascondono la totale sudditanza a Big Pharma."
L'egoismo e la cecità dei governanti dei paesi ricchi sono perfettamente riassunti nella faccia tronfia con cui Roberto Speranza si è affidato alla supercazzola per mantenere un minimo di contegno di fronte al diniego di qualsiasi tipo di aiuto ai paesi poveri del mondo.
E se questa è la reazione in un emergenza come quella sanitaria, figuriamoci quanto sarà concreto l'impegno in settori strutturali, come quello dell'accesso all'acqua o del riscaldamento globale. Le statistiche sull'acqua, in particolare, sono scoraggianti: 3 miliardi di persone non hanno strutture per il lavaggio delle mani. Un quarto della popolazione mondiale vive in stress idrico estremamente elevato. Ci sono più di 500 zone morte, aree dell'oceano senza ossigeno causa acque reflue non trattate.
Le soluzioni a queste crisi, però, costerebbero molto meno di quanto si possa pensare. Una nuova ricerca del World Rresources Institute (WRI) ha scoperto che garantire l'acqua per le nostre società entro il 2030 potrebbe costare poco più dell'1% del PIL globale, circa 29 centesimi a persona al giorno dal 2015 al 2030. E i benefici economici, come nel caso della liberalizzazione dei vaccini, supererebbero i costi. Ogni euro investito nell'accesso all'acqua e nei servizi igienico-sanitari produrrebbe in media 6,80 euro in rendimenti.
Sono sei gli obiettivi che costituiscono la gestione sostenibile dell'acqua, secondo il WRI:
- Fornire acqua potabile gestita in modo sicuro a tutte le popolazioni senza accesso.
- Fornire servizi igienico-sanitari gestiti in modo sicuro a tutte le popolazioni senza accesso.
- Trattamento di tutte le acque reflue industriali a livelli di trattamento terziario.
- Ridurre il carico di nutrienti a concentrazioni accettabili all'interno dei corpi idrici.
- Affrontare la scarsità d'acqua allineando i prelievi d'acqua alla domanda, tenendo conto delle portate ambientali.
- Adozione della gestione dell'acqua, dei regolamenti e della legislazione per accompagnare le suddette serie di soluzioni.
Paesi, stati e governi di tutto il mondo dovrebbero prestare attenzione e investire nella sicurezza idrica anche al di fuori dei propri confini. Le crisi idriche si estendono a cascata oltre i confini nazionali: la siccità e lo stress idrico possono contribuire a conflitti violenti, migrazioni e instabilità regionale. Come si vede, le analogie con la questione della vaccinazione sono sempre maggiori.
In Mali sono già in corso violenze tra agricoltori e pastori per le risorse idriche e territoriali sempre più scarse. La scarsità d'acqua può danneggiare l'agricoltura, aumentando i prezzi delle colture di base in tutto il mondo. Ciò può causare una cattiva alimentazione, danneggiare l'economia globale e contribuire ulteriormente ai conflitti. Per esempio, la siccità nel 2010 in Russia, Ucraina, Cina e Argentina ha causato picchi nei prezzi del grano, che secondo gli esperti è stata una delle tante cause dell'instabilità del Medio Oriente.
Le soluzioni alle crisi idriche mondiali sono già disponibili; quello che manca sono i soldi e la volontà politica. Risolvere le sfide idriche condivise del mondo migliorerebbe le vite e i mezzi di sussistenza per miliardi, apporterebbe benefici agli ecosistemi e potrebbe produrre significativi ritorni sugli investimenti. Ma finché i governanti rimarranno questi, abbiamo poca speranza (oops...) che ciò si realizzi.