La California studia i depuratori delle acque per il trattamento dell'umido domestico. Uno studio dimostra la fattibilità economica e tecnica del trattamento dei rifiuti alimentari con i biodigestori interni agli impianti di trattamento delle acque reflue.
Un nuovo rapporto pubblicato dalla California Environmental Protection Agency mostra che almeno la metà dei rifiuti alimentari della California destinati alle discariche potrebbe essere trattata negli impianti di trattamento delle acque reflue dello Stato e servire come fonte di energia innovativa.
I rifiuti possono essere "co-digeriti" in queste strutture. Nella fattispecie, i digestori anaerobici, progettati e costruiti per trattare i fanghi della depurazione biologica, potrebbero accogliere rifiuti organici, come scarti di cibo domestico e scarti di lavorazione alimentare industriale (scarti della lavorazione della carne, sangue, etc.).
L'indagine riguarda quasi tutti i 225 impianti di trattamento delle acque reflue in California, e rileva che molti hanno un surplus di capacità di digestione anaerobica, sufficiente a ritirare i rifiuti alimentari della cittadinanza e delle imprese. Ovviamente, va detto, l'uso di tale capacità in eccesso richiederebbe ulteriori investimenti infrastrutturali. Ma il rapporto mostra che tali investimenti sarebbero coperti dalle entrate future, promuovendo nel contempo gli obiettivi ambientali.
Non è un caso che questi studi siano intrapresi proprio mentre la California sta subendo gli impatti reali del cambiamento climatico,attraverso i numerosi incendi che la stanno funestando. I problemi ambientali della California, e purtroppo anche del resto del mondo, si stanno aggravando, quindi molte strutture, pubbliche e private, iniziano a pianificare soluzioni trasversali come questa. La co-digestione può contenere più piani di lotta contro il cambiamento climatico: può ridurre i rifiuti organici nelle discariche, ridurre le emissioni di gas serra (producendo gas di città) e aiutare a depurare le acque reflue.
Il rapporto stima che gli investimenti di capitale in tutto lo stato necessari per utilizzare la capacità di co-digestione variano tra i 900 e i 1400 milioni di dollari (tra i 750 e i 1200 milioni di euro). I benefici netti per lo stato potrebbero arrivare fino a 255 milioni di dollari l'anno. Ne varrebbe la pena, quindi.
Rilevanti anche gli effetti ambientali, come detto: massimizzare la capacità di co-digestione potrebbe ridurre le emissioni di gas a effetto serra in tutto lo stato fino a 2,4 milioni di tonnellate di CO2 equivalente all'anno. Si tratta di oltre la metà delle emissioni delle discariche che la California si è impegnata a ridurre entro il 2030.
I risultati del rapporto sono molto promettenti, e sono figli della lungimiranza (o, a pensar male, dell'errore di valutazione) di chi ha progettato e costruito impianti di trattamento delle acque reflue con capacità di digestione anaerobica ridondante. Tutto ciò permetterebbe di trattare almeno la metà dei rifiuti alimentari della California che oggi finiscono in discarica, ma probabilmente anche di più.