Lettori di un portale di news portano esempi di aziende che lottano per ridurre i rifiuti plastici.
Il Guardian raccoglie le segnalazioni dei lettori sulle aziende che si impegnano per ridurre gli imballaggi. Tre esempi più o meno virtuosi.
Si fa un gran parlare sulla responsabilità delle aziende nei confronti dell'ambiente, ma la sensazione è che gli imballaggi in plastica continuino ad aumentare. Dove possiamo trovare progressi in questo ramo?
Il Guardian pubblica alcune segnalazioni dei suoi lettori, tra cui segnaliamo tre sistemi diversi usati dalle aziende nel tentativo di ridurre l'utilizzo delle materie plastiche.
Il primo sistema riguarda gli acquisti online di piccoli prodotti, in cui di solito si imballa tutto in una enorme scatola utilizzando plastica, come il polistirolo, per riempire i vuoti. Questo perché le aziende sono spesso vincolate da una limitata gamma di dimensioni disponibili.
A questo scopo interviene
Slimbox, una macchina che aiuta le aziende a creare imballaggi personalizzati di confezionamento in-house per ridurre i rifiuti di carta e di riempimento in plastica.
Secondo il CEO di Slimbox, Filip Roose, è importante investire in questi macchinari, soprattutto perché è stato calcolato che un'azienda che invia almeno 30 pacchi al giorno, ha un ritorno sugli investimenti dopo due anni, ovviamente più invii corrispondono a minore tempo di attesa. Oltre a ridurre i costi nel tempo, Roose spiega i vantaggi ambientali: riduzione del confezionamento e delle emissioni di CO2 in quanto, pacchetti più piccoli comportando il trasporto di un numero maggiore. L'investimento necessario ammonta a € 25.000 per il macchinario.
Il secondo sistema vede l'offerta da parte di molti negozi verso i clienti, la possibilità di portare propri contenitori, come bottiglie e vasi, per ricaricare i flaconi di detersivo e altri prodotti. Un esempio è
Splosh che consente ai clienti di acquistare ricambi di detersivi concentrati e prodotti per la pulizia contenuti in sacchi di plastica che possono essere rispediti gratuitamente all'azienda per il riutilizzo.
Angus Grahame, fondatore di Splosh, ha affermato che il problema dei rifiuti plastici
non può essere risolto acquistando nei supermercati, perché purtroppo la plastica monouso è essenziale al loro modello di business. Splosh, ha concluso Grahame, si basa sul modello di economia circolare perché è una grande opportunità per la crescita del loro business.
Vi sono esempi anche di rinuncia totale alla plastica. Il
Borough Market di Londra ad esempio, si è impegnato a eliminare la vendita di tutte le bottiglie di plastica monouso entro i prossimi sei mesi, offrendo gratuitamente acqua potabile da fontane appena installate.
Allo stesso modo, alcuni bar e ristoranti hanno cominciato a eliminare la vendita di alcuni prodotti imballati in plastica proprio per ridurre il volume delle plastiche che finiscono negli oceani.
Anche la città di Seattle sta intraprendendo questa strada con la sua campagna
Strawless Settember per consentire alle aziende locali di passare alle alternative cartacee dove necessario e soprattutto possibile.
Su questa tendenza troviamo anche il famoso negozio di cosmetica
Lush ha una posizione molto chiara quando si tratta di imballaggi: circa la metà dei prodotti Lush può essere acquistata senza alcun imballaggio, secondo il sito web della società. Creando una forma di shampoo solido, Lush sostiene di risparmiare quasi 6 milioni di bottiglie di plastica l'anno.
Inoltre, poiché le forme di shampoo sono più concentrate rispetto a quello liquido, se ne usa di meno, con conseguente minore emissione di carbonio derivato dal trasporto e anche di acqua.