Gli appendini sono l'ennesimo, enorme, irrisolvibile problema di inquinamento dell'industria della moda. Una ricerca rivela le dimensioni di questo sconosciuto fenomeno.
È uscito in questi giorni un rapporto di 32 pagine (richiedibile sul sito Arch and Hook) sull'utilizzo degli appendini in plastica nel mercato della moda nel Regno Unito. Un problema che è stato fino a ieri trascurato, anche causa di altri notevoli problemi di inquinamento dell'industria tessile (vedi Microplastiche: le colpe del tessile oppure Il problema delle microplastiche ).
Il rapporto, redatto da Alana James, docente senior di moda presso la Northumbria University e la consulente di moda Emma Reed, comprende i risultati di un sondaggio anonimo sulle aziende di abbigliamento in diversi settori di mercato. Nello studio sono stati coinvolti professionisti della moda negli acquisti e merchandising, sviluppo del prodotto, filiera e responsabilità aziendale.
Oltre alla ricerca primaria, lo studio ha utilizzato dati provenienti da analisi di settore, dati di vendita e letteratura accademica. I risultati, affermano gli autori, mostrano una netta mancanza di consapevolezza tra gli intervistati circa l'impatto ambientale delle grucce, nonostante le cospicue dimensioni del fenomeno.
Secondo la ricerca, il numero di grucce in plastica utilizzate ogni anno nel mercato dell'abbigliamento nel solo Regno Unito è di 954,6 milioni. Un'enormità. I ganci più utilizzati dai rivenditori sono realizzati in polistirolo, la cui qualità non resiste al trasporto e si degrada durante il riciclo.
Sebbene l'82% dei partecipanti al sondaggio abbia risposto che la sostenibilità è stata "decisiva" nell'acquisto di materie prime, solo il 15% ha citato la riciclabilità come considerazione per la selezione degli appendiabiti. Inoltre, il 68% delle aziende di moda intervistate non è a conoscenza del tipo di plastica di cui sono fatti i loro appendini, il che rende difficile o impossibile riciclarli.
Secondo la ricerca, i negozi tendono a trattenere i propri appendini, e solo il 20% che afferma di averli regalati ai clienti. Purtroppo non è chiaro quanto accade al restante 80% delle grucce a fine vita, nonostante la dichiarata intenzione di riutilizzarle e riciclarle.
Solo il 30% degli appendiabiti in plastica viene riutilizzato. Il sondaggio rivela che il 35% delle aziende di moda ha affermato che i loro appendini erano tutti o principalmente riciclati. Ma, a un'analisi approfondita, per riciclo molti hanno inteso la raccolta e il reso al fornitore degli appendiabiti. Siccome soltanto il 5% dei ganci è stato consegnato ai fornitori di appendini, si può presumere che i ganci rimanenti siano stati semplicemente smaltiti.
La consapevolezza di quanti appendini vengano gettati è molto bassa nella vendita al dettaglio, soprattutto per la fase di transito. I professionisti della moda semplicemente non sanno che cosa accade loro.
Il 16% viene utilizzato esclusivamente per il trasporto di indumenti dai produttori ai negozi e viene quindi scartato. Questo li rende del tutto paragonabili agli altri articoli di plastica monouso, come bottiglie, sacchetti di plastica e cannucce. Tuttavia, mentre l'impatto ambientale di questi prodotti è stato riconosciuto e affrontato in termini di costi, alternative sostenibili e politiche governative, fino ad ora niente è stato studiato o fatto per gli appendini in plastica.
"Da quasi un secolo la moda ha avuto una dipendenza malsana dall'uso della plastica, con il 65% di tutti gli indumenti attualmente prodotti in fibre sintetiche. Ma le grucce rimangono un'area di impatto ambientale ampiamente trascurata nel settore, nonostante il 60% di tutti gli indumenti venduti sia associato a un gancio di plastica," sostiene l'autrice del rapporto, Alana Jones.
Il rapporto è un primo tentativo di raccogliere informazioni più approfondite sull'uso corrente e sulle pratiche di smaltimento degli appendini. I dati di utilizzo in tutto il mondo non sono attualmente disponibili.