Dieci anni per decidere di salvare il pianeta o il nome?
Lego ha deciso di dire addio alla plastica per la produzione dei mattoncini entro il 2030.
A quanto pare anche
Lego ha deciso di intraprendere un pensiero "verde" e di dire addio ai mattoncini di plastica entro il 2030.
Chi di noi non ha mai giocato a costruire case, palazzi, animali e molto altro ancora con quei fantastici mattoncini colorati che si incastrano l'uno all'altro formando cose spettacolari?
Nessun timore: non diremo addio alla loro forma, resterà invariata.
Questo è quanto dichiarato sul quotidiano belga Morgen.
Una decisione che sembra essere stata presa per riportare l'immagine dell'azienda verso una strada "pulita", a seguito della tanto discussa collaborazione con il gigante petrolifero Shell, vittima della campagna alimentata da Greenpeace che ha portato Lego a indietreggiare.
Produttore di oltre 90 mila tonnellate l'anno di mattoncini, dal 2014 ha avuto un calo degli imballaggi del 14%, ovvero 6 mila tonnellate di cartone l'anno.
Non solo, ha addirittura investito 400 milioni di euro per lo sviluppo di progetti per l'energia eolica nel mare del Nord.
La scelta di cambiare il materiale per la produzione dei mattoncini ha sicuramente un certo prezzo, infatti la bio-plastica ha un costo doppio rispetto al materiale tradizionale che deriva dal petrolio, oltre ai soldi necessari per ricerca e sviluppo.
Una scelta necessaria, anche e soprattutto, dal punto di vista ambientale, ma che sa di parole buttate al vento, appunto, per ripulire la propria immagine dalle negative accuse mosse da
Greenpeace.
Un obiettivo che richiede troppi anni per il suo raggiungimento e che quindi vede mettere al secondo e ultimo posto la salvaguardia del pianeta.