I pannelli solari a perovskite non smettono di stupire. Adesso pare catturino più luce solare con la capsaicina, la sostanza chimica che rende piccanti i peperoncini.
Alcuni ricercatori avrebbero trovato un ingrediente segreto per realizzare pannelli solari che assorbano energia del sole in modo più efficiente. Lo testimonia uno studio pubblicato su Joule. E, come già avvenuto per il caffè (vedi Caffè per le celle solari alla Perovskite), si tratta di un ingrediente diffusissimo nelle cucine di tutto il mondo. La capsaicina, la sostanza chimica che dà ai peperoncini il sapore piccante, migliora anche le celle solari di perovskite.
L'aggiunta di capsaicina espande i grani che costituiscono il materiale attivo della cella solare, consentendole di trasportare più efficacemente l'elettricità. Ancora più importante, il materiale passa da un deficit di elettroni ad un eccesso, cambiando il modo in cui funziona la cella e consentendo a più luce solare di essere convertita in elettricità. In sostanza, l'aggiunta di capsaicina aggiunge elettroni, il che può o meno essere lo stesso effetto che si verifica sulla lingua dopo aver assaggiato una fetta di salamino piccante.
Le celle condite con capsaicina sono tra le più efficienti finora testate. A prima vista potrebbe sembrare una singolare coincidenza l'associazione tra un dispositivo tecnologico come una cella solare e un componente chimico alimentare, ma non è così. Le celle solari sono composte da strati sovrapposti di materiali diversi ed è difficile prevedere cosa può accadere alle prestazioni dell'intera struttura cambiando un singolo componente.
Aggiungendo qualcosa al livello A, il comportamento di quel livello potrebbe cambiare, ma cambierebbe, probabilmente, anche nei livelli B, C e D sopra di esso.
Alla fine, il cibo che mangiamo, proprio come le celle solari, è un mix di composti. Noi conosciamo la capsaicina per il (piacevole) dolore che provoca al nostro palato, in realtà è solo un composto organico chiamato C₁₈H₂₇NO₃, che, guarda caso, ha proprietà particolari che lo rendono adatto per la lavorazione delle celle solari, oltre che per condire gli spaghetti.
Quindi, questi approcci sono solo apparentemente strani e stravaganti. Spesso c'è una logica iniziale basata sulla chimica, e questi voli di fantasia scientifica sono spesso delle vere e proprie scoperte interessanti.
Dopo caffè e peperoncino, quindi, attendiamo le celle solari al tartufo, al pomodoro e basilico. E non è detto che siano per forza fake news.
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