Dopo le belle parole di Biden & soci sugli impegni futuri delle economie mondiali per combattere il riscaldamento mondiale, il mondo si aspetta fatti, alla conferenza COP26, il prossimo novembre a Glasgow. Un documento dell'International Energy Agency traccia le linee guida.
La conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021, nota anche come COP26, è la 26a conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Si terrà a Glasgow dall'1 al 12 novembre 2021.
L'Italia collaborerà con il Regno Unito nella guida della COP26. Per la maggior parte, il nostro ruolo sarà nel lavoro preparatorio, come l'ospitalità di una sessione pre-COP e un evento per i giovani chiamato Youth4Climate 2020: Driving Ambition. Questi eventi si svolgeranno tra il 28 settembre e il 2 ottobre 2020 a Milano.
Dopo l'assunzione di seri impegni da parte dei governati del mondo, USA in testa, per la prima volta ci si aspetta dalle parti una maggiore ambizione rispetto alla COP21 (Parigi 2016). All'umanità è rimasto poco tempo per affrontare il cambiamento climatico, ma ci sono alcuni segnali di speranza.
L'Agenzia Internazionale dell'Energia (IEA) ha pubblicato una tabella di marcia in linea con l'obiettivo più ambizioso di Parigi, ovvero mantenere l'aumento di temperatura media mondiale sotto l'1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, come aveva annunciato il direttore, Fatih Birol, all'apertura del vertice Net Zero della COP26 lo scorso marzo.
Secondo gli scienziati, un grado e mezzo rappresenta l'aumento massimo accettabile. L'accordo di Parigi del 2015 si è impegnato a mantenere l'aumento della temperatura "ben al di sotto dei 2°C" e a "perseguire tutti gli sforzi per limitare l'aumento della temperatura a 1,5°C".
Altri sottolineano la necessità di un maggiore senso di urgenza sulla questione. "Al momento siamo sulla buona strada per superare i tre gradi", afferma Alok Sharma, presidente della COP26. Il solo fatto di fare ciò che è prescritto dal trattato di Parigi, aggiunge il delegato statunitense per il cambiamento climatico John Kerry, "ci porta a un aumento di 3,7 gradi. Ma se guardiamo la curva in questo momento, ci stiamo dirigendo a oltre quattro gradi."
L'allarme è forte e chiaro: in tale aumento porterebbe effetti imprevedibili ma catastrofici su una scala senza precedenti. Allo stato attuale delle cose, si stima che le temperature mondiali siano già circa 1,2°C superiori ai livelli preindustriali. L'Organizzazione meteorologica mondiale ha recentemente affermato che esiste almeno una possibilità su cinque di superare "temporaneamente" il grado e mezzo entro il 2024. Mantenere l'aumento della temperatura ben al di sotto dei 2°C sarà un compito arduo.
La COP26 ha la possibilità di fare la storia. L'opinione pubblica, sebbene in gran parte ignara di come sarebbe un mondo a 4°C, è più preoccupata che in passato. I negazionisti climatici hanno finalmente lasciato la Casa Bianca, l'UE è determinata a non perdere l'obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050, e la Cina sembra avere la volontà politica ed economica di mantenere le promesse verdi di Xi Jinping. Le parole di Sharma non potrebbero essere più incoraggianti: "È tempo che il mondo passi da un decennio di deliberazioni sui cambiamenti climatici a un decennio di risultati."
La questione chiave della decarbonizzazione riguarda l'energia, per questo il documento/roadmap uscito lo scorso 18 maggio da parte dell'AIE per lo zero netto, è di fondamentale importanza. Speriamo sia la linea-guida della conferenza COP26. Non ci restano altre occasioni.