Non solo vuoto a rendere: anche i sistemi di depurazione dell'acqua potabile, domestici o per comunità, possono contribuire a ridurre le bottiglie di plastica.
Con le preoccupazioni crescenti sui rifiuti di plastica, per il settore delle stazioni di purificazione dell'acqua, forse è giunto il momento di esplodere definitivamente.
In qualche zona di campagna o montagna particolarmente baciata dalla fortuna, ci sono ancora le fonti di acqua, dove i residenti si mettono ordinatamente in coda per riempire le proprie bottiglie e taniche di preziosa e gratuita acqua di fonte.
È una situazione ormai rara, superata dalla sovrappopolazione e dal costo irrisorio delle bottiglie di plastica, oltre che dell'acqua in esse contenuta. Ma il risultato di questo cambiamento è un mondo sommerso dalla plastica.
Per questo motivo, oltre alla riscoperta del
vuoto a rendere (vedi
Distributori di bottiglie alla rovescia), da qualche parte del mondo si stanno sperimentando la versione moderna delle antiche fonti di paese, ovvero le stazioni di ricarica idrica. Sono pratiche diffuse soprattutto in nord-europa e oltreoceano, distribuite in aziende, alberghi, scuole. Hanno la caratteristica di eliminare la necessità di milioni di bottiglie di acqua in plastica monouso.
Gli imprenditori del settore calcolano che i prossimi cinque anni, da qui alla fine del 2022, questi sistemi faranno risparmiare ai nostri oceani
miliardi di bottiglie di acqua in plastica monouso.
Sono sempre di più le aziende che installano la classica boccia di acqua, o meglio ancora il
sistema di depurazione a membrana, per ridurre i rifiuti di plastica. Questi ultimi possono trasformare l'acqua del rubinetto ordinaria in acqua potabile pura, di buon sapore e con un grado di sicurezza paragonabile a quello delle maledette bottiglie di acqua, per i propri dipendenti e clienti.
Secondo Legambiente, l'Italia è il paese che consuma più acqua in bottiglia in Europa e il secondo nel mondo, grazie ai
14 miliardi di litri di acqua in bottiglia consumata l'anno scorso. Un business enorme dalle conseguenze evidenti.
Questo corrisponde a un fatturato di 2,8 miliardi per le sole aziende che imbottigliano. In totale, l'acqua in bottiglia in Italia è un business da
10 miliardi di euro l'anno.
Oltre 260 marchi distribuiti in 140 stabilimenti che imbottigliano oltre 14 miliardi di litri, pari a 206 litri a persona all'anno, secondo i dati del Censis. Nel mondo, ci precede solo il Messico.
Si stima che solo una percentuale oscillante tra il 14 e il 18 per cento della plastica prodotta sia raccolta per il riciclo. Questo significa miliardi di bottiglie di acqua che finiscono ogni anno nelle discariche, negli oceani e nei corsi d'acqua.
Le tecnologie di osmosi inversa sono una realtà da anni, ma non hanno mai sfondato, nonostante il grado di purezza e salubrità da sempre vantato da queste soluzioni. Ma ora, probabilmente, il settore è maturo, grazie alla crescente preoccupazione per i rifiuti di plastica da bottiglie, un problema che si somma a quello delle cannucce di plastica e borse della spesa.