Secondo alcuni rappresentanti del settore della plastica le plastic bags hanno basso impatto ambientale.
I sacchetti di plastica causano enormi danni all'ambiente sia terreno che marino, uccidendo molti animali. Ma uno studio sostiene che alcune alternative siano più pericolose.
Secondo
uno studio condotto dall'Agenzia per l'ambiente del Regno Unito, i sacchetti di plastica sono in realtà l'opzione più eco-friendly
se riutilizzati almeno una volta.
Questo perché non emettono eccessiva CO2 sia durante la produzione che durante la distribuzione.
Convenienti e spesso gratuiti, i sacchetti di plastica sono diventati un'abitudine senza considerare che non servono a nulla e che in fondo un costo ce l'hanno. Un costo che può avere enormi effetti, soprattutto perché siamo in tanti ad usarli.
I sacchetti di plastica odierni sono stati progettati nel 1960 e nel 1985 circa tre quarti dei supermercati li offrivano ai loro clienti.
Oggi ne circolano così grandi quantità, che non sappiamo mai cosa farne. Questo è il principale limite della ricerca: non tiene conto della sterminata quantità prodotta che non riusciamo a gestire. Alcuni vengono riutilizzati per i rifiuti o per il trasporto di oggetti, altri vengono inviati ad impianti di riciclaggio, ma sono ancora solo l'1%.
Tanti finiscono in discarica, dove impiegano centinaia di anni per decomporsi. Ogni anno milioni finiscono nei nostri mari, causando danni al mondo animale, non solo marino ma anche terreno, che li scambiano per cibo, come le tartarughe marine che pensano siano meduse.
Attraverso uno studio si è potuto verificare che il 97% degli animali deceduti avevano residui di plastica nello stomaco.
Le plastic bags standard in realtà non sono biodegradabili, ma sono fotodegradabili, ovvero si degradano grazie alla luce solare, che lentamente li riduce in pezzi sempre più piccoli.
Una volta diventati microplastiche, vengono ingeriti facilmente dagli abitanti marini e si fanno strada lungo la catena alimentare finendo nel loro stomaco.
Per diminuire gli effetti sull'ambiente, i governi hanno deciso di introdurre divieti e imposte: nel 1993 la Danimarca ad esempio, ha inserito la prima tassa. Oggi il paese ne usa molti meno, circa 4 a persona all'anno.
O ancora, la California fu il primo Stato negli USA a vietando l'uso, a partire dal 2014, di quelli monouso nei grandi negozi e iniziando a farli pagare. Molti altri Paesi hanno seguito l'esempio inserendo divieti o tasse, altri invece hanno avviato programmi di riciclaggio.
Tuttavia, i rappresentati del settore, insieme ad alcuni ambientalisti, sostengono che la plastica non dovrebbe essere vietata in quanto vi sono alternative che sono più dannose per l'ambiente.
Inoltre, sono facili da produrre, e le loro dimensioni e la compattezza li rendono comodi da trasportare.
La gente tende a buttare via o scegliere la plastica anche se hanno a disposizione borse riutilizzabili, che costa tanto produrre, perché sono più economiche per il loro portafogli.
Probabilmente adottare misure quali tasse o divieti, non darà gli effetti sperati, ma se le persone cambiassero le loro abitudini, riutilizzando più volte una stessa borsa si potrebbe arrivare a vedere alcuni benefici.
Quindi, è necessario capire in che modo utilizzare i sacchetti, che siano di plastica o di carta, se vogliamo ridurre l'impatto ambientale.