Un materiale che potrebbe invaderci a breve, e non ci sono tecnologie serie per il riciclo. Occorre provvedere velocemente.
L'ampio uso di batterie al litio per il funzionamento dei prodotti portatili e dispositivi come smartphone rende necessario per l'Italia attrezzare una filiera per il riciclo del litio. Gli analisti del settore raccomandano lo sviluppo di sistemi di recupero che potrebbero favorire e rendere meno impattante la prevedibile produzione di massa di queste batterie.
La tavola periodica posiziona litio come terzo elemento. Essendo un metallo leggero, è utilizzato per applicazioni che richiedono accumulatori di energia leggeri. La maggior parte dei dispositivi a batteria come i veicoli elettrici, smartphone, ecc. utilizzano massicciamente batterie al litio. Questo ha creato una crescente domanda per il minerale che lo ha reso uno dei più ricercati metalli in tutto il mondo.
Ne segue, giocoforza, che riciclare il metallo potrebbe rivelarsi utile per l'economia della nazione. Le quantità in gioco sono elevate, si parla di 32.000 tonnellate l'anno e forse più. Ma la domanda è in crescita, per cui si prevede di passare a 80.000 tonnellate in breve tempo e a 280.000 tonnellate entro il 2030: un mare di litio.
Un'opportunità, per certi versi, che però potrebbe essere un grave problema, se non affrontato con decisione e anticipo: il litio infatti produce un notevole volume di rifiuti pericolosi dopo il suo uso. Per questo motivo il Cobat, consorzio nazionale batterie, ha formalizato un'intesa col Cnr per studiare tecnologie di riciclo smaltimento degli accumulatori usati al litio. Nello specifico, il Cobat ha affidato all'Istituto di chimica dei composti organometallici del Cnr uno studio di fattibilità per un processo di trattamento degli accumulatori al litio finalizzato a riciclare i metalli e i componenti.
"Siamo ancora all'inizio," ha dichiarato il presidente del Cobat, Giancarlo Morandi, "e non potrà essere un processo breve. Tutto il mondo sta cercando una soluzione a questo problema e noi speriamo di essere tra i primi, grazie al Cnr e a un progetto di portata internazionale." Oggi le batterie al litio vengono incenerite in forni di grandi potenza, che permettono di ricuperare i metalli, ma il litio va disperso. Eppure, come dimostra il video qui sotto, non sarebbe difficile recuperarlo prima del forno.
Secondo Morandi le auto che impiegano le batterie al litio stanno entrando in diffusione sul mercato solo ora, per cui dovremo avere un vero problema di smaltimento tra una decina d'anni. Come dire: c'è tempo, ma non tantissimo.
L'introduzione di queste batterie risale al 1960 e la loro commercializzazione al 1970, e solo dopo il 1981 si sono ritagliate un mercato significativo. L'industria della batteria al litio ha visto un momento d'oro nel periodo 2008-2011, quando Stati Uniti, Asia ed Europa hanno dato il via ai sussidi per veicoli elettrici e incentivato le aziende che li producono. Oggi, a causa della recessione globale, la crescita si è arrestata.
La ricerca sta sviluppando l'ultima generazione di batterie al litio, che interessa sia i dispositivi molto grandi, destinati ad alimentare i veicoli, sia quelli molto piccoli, rappresentati da celle a film sottile che saranno usati nei sistemi microelettromeccanici (MEMS).