Italia tra i pionieri del riciclo della plastica. Nasce un impianto di riciclaggio di bottiglie che servirà a produrre bottiglie.
Ferrarelle, nota casa di acque minerali, sarà una delle prime aziende in Europa del settore delle bevande, a chiudere il ciclo nel trattamento delle bottiglie in PET gestendo internamente l'intero processo.
Dalle bottiglie di plastica ad altre bottiglie di plastica, passando per fiocchi plastica. Con una particolare tecnologia di lavaggio, Ferrarelle produrrà fino a 3.000 kg/h di fiocchi riciclati da bottiglie di PET post-consumo e li utilizzerà per la ricomposizione delle bottiglie.
C'è ancora qualcosa che non quadra, nel processo. Quando uno dei grandi inquinatori, segnatamente chi imbottiglia acqua e la distribuisce in tutto il mondo, si erge a paladino del riciclo e dell'economia circolare,
il rischio greenwashing è sempre alto. Ma tutto sommato la ditta italiana pare ben più avanti delle concorrenti. Le scaglie del pet secondario (R-PET in ingegnerese) saranno lavorate direttamente per produrre preforme e bottiglie finali, per poi raggiungere gli scaffali dei supermercati.
Nonostante il fabbisogno di bottiglie dell'azienda sia piuttosto ampio ("
in realtà ci servono circa 700 milioni di pezzi l'anno," sostiene Pietro Bortone, Plant Manager di Stabilimento Ferrarelle di Presenzano), la quantità di fiocchi a pieno regime potrebbe avere delle eccedenze: "
potremmo dover cercare nuove fonti di reddito, nel vendere PET riciclato a terzi, in un circolo virtuoso per tutti," auspica Bortone.
Quando le balle di bottiglie vengono aperte e inviate all'alimentatore, un rilevatore esegue una selezione iniziale per separare le bottiglie dai contaminanti prima della fase di lavaggio. Questo tipo di tecnologia consente di trattare balle di bottiglie in PET non cernite perfettamente, anche con una grande quantità di sostanze contaminanti, come quelle che oggi non riescono a trovare la strada per la Cina (vedi
Cina: effetti del divieto di importazione).
I rivelatori per la separazione colore/metallo si occupano dello smistamento finale e purificano il flusso da qualsiasi materiale non PET. I fiocchi poi sono lavati per rimuovere tutti gli agenti inquinanti e la colla.
Tutto molto bello, direbbe Bruno Pizzul, ma non si riesce a capire perché passare dal riciclo quando esiste la possibilità di riutilizzare le bottiglie, se fossero solo
più robuste e standardizzate.
Ma non sottilizziamo, la lotta per la sparizione della plastica usa-e-getta è solo agli inizi. Speriamo che questa bella tecnologia diventi presto inutile.