Le difficoltà dell'agricoltura zero-rifiuti, che sta lentamente crescendo a Taiwan, in particolare con la spinta del governo per un'economia circolare.
Chiudere il ciclo risorsa-prodotto-rifiuto è difficile in ambito industriale, ma difficilissimo in agricoltura. Le esperienze ancora pioneristiche di aziende taiwanesi, che sperano in un imminente cambio di cultura.
Cheng Jen-kai iniziò coltivando funghi non dai substrati professionali, ma da rifiuti, nella fattispecie fondi di caffè e steli di riso.
Ma i suoi prodotti inizialmente soffrivano per la diffidenza dei consumatori. "
Il rispetto dell'ambiente non sempre si traduce in commerciabilità," sostiene Cheng.
"Ma quando ho finalmente ottenuto il mio primo acquirente, è stato come se qualcuno mi avesse gettato un salvagente."
L'azienda di Cheng, Mita Eco Funghi, è una delle sempre più numerose che mirano ai rifiuti zero, un modello che solo oggi è diventato un riferimento, dopo che la presidentessa Tsai Ing-wen ha dichiarato che l'"
economia circolare è la chiave per il futuro di Taiwan."
Se l'utilizzo dei fondi di caffè è una scoperta relativamente recente, l'uso dei gambi di riso come combustibile è una pratica antica, risalente ai tempi in cui non tutte le case erano servite da elettricità e gas. Oggi, vista l'abbondanza, non si riesce a far meglio che bruciarli a cielo aperto, inquinando e sprecando preziosa energia.
Wu Chun-yuan, che dirige la Fattoria Arcobaleno, altra eco-azienda taiwanese, sostiene che "rifiuti zero" è solo il nome aggiornato di un antico sistema di agricoltura. "
Il modello attuale, quello agroindustriale, non dovrebbe essere considerato come progresso, visto che danneggia l'ambiente."
Anche la Fattoria Arcobaleno fa largo uso di scarti di riso: gli steli sono utilizzati per le lettiere per animali. Inoltre, gli animali mangiano solo ciò che viene coltivato in azienda, e le acque reflue sono fito-depurate e riutilizzate per l'allevamento di anatre e pesci. Le piante infestanti sono seccate e utilizzate come combustibile. La frutta e la verdura invendibile perché 'brutta' viene trasformata in marmellata o altri prodotti. L'elenco potrebbe continuare.
Sembra una lista di operazioni banali, ma Wu ci stupisce quando dice che
questo sistema se lo può permettere solo chi ha terra e risorse in eccesso, oltre a un solido supporto distributivo, come il ristorante Arcobaleno di proprietà della famiglia.
L'organizzazione industriale, imparata a scuola e sostenuta dalle multinazionali dei semi e dei pesticidi,
non permette la logica del riuso e del riciclo. L'obiettivo è produrre la massima quantità nel minor tempo possibile.
È dannatamente complicato vendere prodotti che costano di più e che non hanno vantaggi visibili rispetto a quelli convenzionali. "
Ho pensato più volte di aver fatto un errore e che dovrei iniziare a utilizzare pesticidi e metodi regolari per tornare a prezzi competitivi," confessa Cheng.
Wu continua dicendo che ci vorrà del tempo per cambiare il modo di pensare delle persone, anche perché il comportamento ecologico non è ancora alla portata di tutte le tasche.
La chiave, spiega Cheng, è la cultura. Cheng organizza presso l'azienda agricola delle feste del raccolto dei funghi, e altri eventi, in modo che i potenziali consumatori vedano di prima mano i suoi metodi.
Anche Wu è di questa opinione: "
I tempi cambiano, e anche i contadini più anziani vogliono migliorare. Quando vengono a trovarci, noi condividiamo tutto."