Nuovi dati sul riciclo del prezioso metallo. L'alluminio da riciclo potrebbe soddisfare il 50% della domanda nel 2050. Record su record, la regina delle materie seconde si conferma esempio da seguire per l'economia circolare.
L'International Aluminium Institute (IAI) ha pubblicato nuovi dati. È ancora una volta un record, quello di 20 milioni di tonnellate di rientro nel ciclo di rottami post-consumo nel 2019. Questo fatto comporta il risparmio di 300 milioni di tonnellate di emissioni di gas serra poiché il metallo riciclato riduce la domanda di alluminio primario.
La filiera dell'alluminio è considerata, infatti, uno dei più efficaci esempi di economia circolare, in quanto in grado di unire nel migliore dei modi produttività e sostenibilità.
Il motivo di questo primato viene dal costo ambientale, e quindi anche economico, dell'alluminio nuovo. I produttori di alluminio devono estrarre la bauxite, che è un minerale argilloso costituito da idrossido di alluminio, ferro, titanio, zolfo, e cromo. si tratta di un'operazione ad alto impatto ambientale, con gigantesche macchine che spaccano enormi quantità di terra per vomitare polvere in atmosfera. Per questo, il riciclo è così importante: con poca energia si riesce a ottenere dell'ottimo materiale, in purezza, dagli scarti.
Assieme al PET e all'olio minerale, l'alluminio è l'unico materiale che costituisce una voce attiva nel bilancio delle aziende di riciclo (cioè viene effettivamente venduto al produttore di alluminio nuovo), ma solo l'alluminio si ripaga davvero all'interno dell'intera filiera. Per gli altri materiali, PET compreso, i costi per la raccolta sono maggiori degli eventuali ricavi finali.
Il nuovo record di 20 milioni di tonnellate, pubblicato nell'ultimo aggiornamento del modello di flusso di materiale IAI, si riferisce alla raccolta di rottami dal post-consumo, ovvero la parte più delicata e difficile da gestire del riciclo, che rappresenta quasi il 60% degli scarti riciclati.
A questo volume si aggiunge lo scarto pre-consumo, ovvero quello generato nelle fasi di produzione e lavorazione dell'alluminio. Quando un prodotto è realizzato con contenuto riciclato pre-consumo, viene prodotto dai rifiuti di un produttore, che non sono mai stati effettivamente avviati al consumo: scarti, rifilature, sfridi che finiscono sul pavimento della fabbrica e vengono riciclati, anziché spazzati via.
I numeri dell'alluminio sono particolarmente interessanti, poiché, nonostante si tratti di una lavorazione che produce moltissimi scarti pre-consumo, il riciclo post-consumo continua a superare quello pre-consumo. L'assunzione di rottame post-consumo proviene da tre fonti principali: imballaggi, veicoli e edilizia.
Si prevede che la domanda di alluminio aumenterà di circa l'80% nel 2050 e l'IAI prevede che l'alluminio riciclato potrebbe soddisfare la metà di tale domanda. "Dati gli obiettivi di raccolta ambiziosi per le lattine per bevande e tecnologie di riciclaggio migliorate per la pellicola, questo tasso potrebbe essere persino più alto," afferma l'IAI, ufficio Scenari e previsioni.
L'ultimo aggiornamento di IAI contiene due scenari chiave del settore su tutti gli aspetti della produzione e della domanda di alluminio fino al 2050. Questo tiene conto dell'impatto del Covid-19 e rappresenta una fonte di dati chiave per il rapporto sull'effetto serra dell'alluminio, lanciato di recente da IAI.