Ipsos Italia presenta la ricerca effettuata sul sistema di raccolta dei Raee in Italia.
In Italia c'è ancora poca informazione sui Rifiuti Elettrici ed Elettronici.
I dati emersi dalla ricerca effettuata da Ipsos Italia.
Solo un italiano su quattro è in grado di riconoscere i rifiuti elettrici ed elettronici e due su cinque non sanno neanche cosa siano e di conseguenza non ne conoscono il corretto smaltimento e neanche i decreti "uno contro uno" e "uno contro zero".
Questi sono i dati emersi dalla ricerca effettuata da
Ipsos Italia per
Ecodom e
Cittadinanzattiva sul sistema di gestione dei Raee in Italia.
L'indagine ha coinvolto, attraverso 2121 interviste, cittadini maggiorenni residenti in Italia, suddivisi per genere, età, area geografica e ampiezza dei centri abitati e infine comportamento e conoscenza dei decreti che regolano conferimento e smaltimento dei Raee.
Il conferimento "uno contro uno", entrato in vigore a giugno 2010 e che obbliga i rivenditori di prodotti elettrici ed elettronici a ritirare gratuitamente l'apparecchio dismesso a fronte di un prodotto equivalente, è stato affiancato dal decreto "uno contro zero", che da aprile 2016 da la possibilità di consegnare gratuitamente Raee di piccole dimensioni presso negozi di almeno 400 mq senza obbligo di acquisto.
Meno di un intervistato su quattro (18%) è in grado di riconoscere i Raee mentre due su cinque hanno solo una minima conoscenza (40%), il restante 42% non sa neanche cosa siano.
Malgrado ciò, l'informazione sul rischio di questi apparecchi resta elevata anche tra chi non li conosce, per i gravi danni che possono avere se non sono trattati sia sul suolo, che sull'aria e sull'acqua.
Non solo, anche la presenza di sostanze inquinanti risulta pericolosa.
Nelle nostre case le apparecchiature dismesse che potrebbero essere conferite in modo errato, sono il 7%.
Tra i maggiori elementi di rischio, troviamo videocamere,calcolatrici, videoregistratori e macchina fotografiche digitali.
Secondo la ricerca, gli italiani sono consapevoli di essere i principali responsabili degli scarsi risultati ottenuti nella raccolta dei Raee, ma a loro si uniscono anche amministrazioni pubbliche, i canali distributivi e anche i produttori di questi apparecchi.
La nascita nel 2010 del decreto "uno contro uno", ha visto un incremento rispetto agli anni precedenti ma l'informazione resta ancora molto bassa.
Secondo gli intervistati, il decreto "uno contro zero" invece, potrebbe essere il motore che spinge all'aumento della raccolta dei Raee, vista la semplificazione del conferimento anche in termini di convenienza, ma anche per informazione e sensibilizzazione dei cittadini.
L'indagine, come ha spiegato Nando Pagnoncelli, presidente Ipsos Italia, mette in luce tutto il range da informare per sviluppare il settore della raccolta dei Raee.
E' necessario quindi, ha continuato Pagnoncelli, attivare campagne educative a livello ministeriale in tutti i Comuni.