Inizia dal Sulcis il progetto per l'utilizzo della canapa sativa come anti inquinamento.
In Sardegna nuovo progetto per l'utilizzo della Canapa come mezzo per asportare dal terreno materiali altamente inquinanti.
Prende il via nel Sulcis il progetto per l'uso della Canapa a basso contenuto di Thc, detta sativa, ovvero utile, come anti inquinamento, diversa da quella indica, proibita perché definita "droga leggera".
Sarà l'agenzia regionale
Agris a studiare come la pianta sia in grado di estrapolare dal terreno componenti altamente inquinanti tramite la fitodepurazione dei metalli pesante presenti, quali piombo, cadmio e zinco.
Inoltre, capirà se sia o meno possibile usare le coltivazioni per nuove occasioni. Infatti, dalla canapa sativa si possono produrre oli, biocarburanti, tessili, artigianato, materiali edili e fibre.
La ricerca è stata lanciata da alcuni consiglieri regionali insieme a Roberto Zurru, direttore di Agris e Gianluca Carboni, responsabile scientifico della sperimentazione.
Agris, in collaborazione con esperti dell'Università di Sassari e di Sardegna Ricerche, avrà a disposizione 10 terreni che variano tra i 2.500 e i 5.000 mq, sia inquinati che puliti per tre anni.
Secondo Luca Pizzuto, consigliere regionale sardo, il progetto è utile per dare il via allo sviluppo di una nuova tipologia di industria che può essere integrata anche in altri territori problematici.
Il mondo si sta dirigendo verso la legalizzazione della Canapa, come spiega un altro consigliere regionale, Paolo Flavio Zedda, e partire dalla Sardegna e dal Sulcis, potrebbe dare il via a questo processo di legalizzazione e creare nuove prospettive lavorative.