L'Italia dimostra nuove occupazioni "verdi": una cifra pari al 13% destinata ad aumentare.
La green economy ha risposto agli obiettivi prefissati: nuovi posti di lavoro in Italia.
L'entrata nel linguaggio comune di qualsiasi termine legato alla green economy ha fatto credere di essere la svolta anticrisi in grado di salvare non solo la produttività, ma anche e soprattutto, il lavoro e l'ambiente.
Oggi più che mai, l'economia "verde" può concretamente dimostrare che gli impegni presi in passato non sono stati vani.
Nel nostro Paese infatti, sono quasi 400mila le imprese che a partire dal 2010 hanno deciso di investire, o sicuramente lo faranno entro l'anno, in tecnologie "verdi" in grado di ridurre l'impatto ambientale, risparmiare energia e diminuire le emissioni di anidride carbonica.
Imprese che sono diventate oggi uno dei maggiori canali di esportazione ed assunzione, come comprovato dalla creazione di circa 3 milioni green jobs nazionali, ovvero lavoratori che si muovono all'interno di scelte ambientali, un numero pari a circa il 13% di occupazione a livello nazionale, destinato a crescere entro dicembre.
Dati segnalati da GreenItaly 2016 nella relazione di Fondazione Symbola e Unioncamere, fatto unitamente al Conai e con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente e esposti il 21 ottobre a Roma.
Nel rapporto viene analizzata la potenza della green economy nazionale, spiegando come un'inclinazione "green" è per l'ennesima volta la guida strategica.
Mettere insieme l'amore per l'ambiente e l'economia si trasforma in aumento di esportazioni, fatturati e occupazioni, ma non solo, anche maggiore competitività.
Nel settore manifatturiero circa il 46% delle aziende che scelgono una strada "verde" esporta maggiormente rispetto a chi non investe. Non a caso le aziende "green" hanno aumentato sia il fatturato che adottato innovazioni solo nel 2015 rispetto ad altre aziende.
Infatti, come sostenuto dal presidente di Fondazione Symbola Ermete Realacci, queste aziende provano che il giusto posto in questo mondo non è quello fatto da prezzi bassi, competitività e salvaguardia sia ambientale che sociale, ma quello costituito da qualità, bellezza, sostenibilità, novità, ma anche attenzione all'economia.