Cinque anni fa, l'accordo di Parigi. Da allora, ci sono stati pochi cambiamenti in positivo. Speriamo che il COVID sia usato come occasione per una forte svolta verso il clima.
Dal 2015 a oggi sono stati compiuti progressi su alcuni fronti, aziendali e finanziari, visto che alcuni investitori si sono spostati dal carbone agli obiettivi zero-emissioni-nette. C'è stato poi il movimento dei giovani attivisti dall'Uganda all'India, culminato con il riconoscimento di Greta Thunberg come "Person of the Year" del 2019 da Time Magazine.
Purtroppo, i progressi nell'azione per il clima non sono stati abbastanza rapidi. Il movimento per il clima ha dovuto affrontare molti venti contrari preoccupanti in questo periodo. Il presidente Donald Trump ha ufficialmente ritirato gli Stati Uniti dall'accordo sul clima di Parigi nel novembre 2020. Si tratta dell'unico paese a farlo, anche se, dobbiamo aggiungere, il presidente eletto Joe Biden ha promesso di rientrare nel suo primo giorno in carica nel gennaio 2021.
La pandemia di coronavirus ha portato a un calo storico delle emissioni globali quest'anno, e questo calo indebolirà la tendenza delle emissioni di gas serra in costante aumento, in assenza di cambiamenti nelle politiche e nelle pratiche commerciali. L'anno scorso è stato il secondo più caldo mai registrato a livello globale e il 2020 è sulla buona strada per essere l'anno più caldo di sempre.
Dagli incendi in Australia e negli Stati Uniti occidentali alla stagione degli uragani da record di quest'anno, le comunità di tutto il mondo continuano ad affrontare devastanti eventi meteorologici estremi, molti dei quali esacerbati dalla crisi climatica. Ci aspetta molto lavoro.
La pandemia di coronavirus, sebbene sia prima di tutto una crisi sanitaria, occupazionale ed economica, avrà anche un impatto sugli sforzi per il clima. Le considerazioni da fare sono una negativa, e una positiva. Da un lato, la maggior parte dei leader mondiali ha sviato l'attenzione dal clima, dall'altro, questa crisi sanitaria mostra che i paesi possono rispondere rapidamente a un'emergenza globale.
Non è possibile ridurre le emissioni di gas serra dall'oggi al domani; i paesi dovrebbero usare i loro piani climatici a breve termine come trampolini di lancio. Mentre i paesi di tutto il mondo iniziano ora a considerare come affrontare la ripresa economica dopo la crisi del coronavirus, possono utilizzare questo punto di svolta per accelerare gli investimenti in un'economia a basse emissioni di carbonio, inclusiva e resiliente per ricostruire un futuro migliore per tutti.
I movimenti sociali riflettono la crescente attenzione del pubblico per il clima. Nel 2019, Greta Thunberg e altri giovani attivisti per il clima sono esplosi sulla scena globale con i loro scioperi scolastici settimanali, noti come Fridays For Future (venerdì per il futuro), protestando contro la mancanza di azione per il clima da parte dei leader mondiali, sostenuti da altri gruppi di attivisti giovanili, tra cui il Sunrise Movement e Extinction Rebellion.
Ma gli attivisti non sono gli unici a volere l'azione per il clima. Secondo un sondaggio del settembre 2019 condotto negli Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Germania, Italia, Brasile, Francia e Polonia, il cambiamento climatico si colloca davanti alla migrazione e al terrorismo come la questione più importante che il mondo deve affrontare.
Chi si è mosso più velocemente, abbiamo detto, è stato il settore dell'economia, ovvero le aziende, evidentemente preoccupate per le sorti dei propri profitti, più che per quelli del pianeta. Solo alcune di esse, però, si sono impegnate a passare al 100% di energia rinnovabile. La maggior parte preferisce obiettivi virtuali, di compensazione delle emissioni. Un po' poco, ma è già un buon inizio.
Anche le banche sono entrate nel gioco, da quando hanno capito che il finanziamento di combustibili fossili è un cattivo affare. Così non solo investono di più nelle nuove alternative pulite, ma anche smettono di investire nelle vecchie tecnologie inquinanti (vedi Banche verdi crescono).
Finora, l'Unione europea è in testa in investimenti nella ripresa verde. Circa il 30% del suo piano di stimolo a livello dell'UE da 750 miliardi di euro e il suo budget di 1.100 miliardi di euro per il 2021-2027 saranno dedicati a investimenti rispettosi del clima. La Banca europea per gli investimenti (BEI) mira ad allineare la sua strategia con l'obiettivo di 1,5 gradi C dell'accordo di Parigi entro la fine del 2020 e prevede di interrompere il finanziamento di progetti relativi a petrolio, gas e carbone alla fine del 2021. Inoltre, la nuova "roadmap climatica" della banca promette di investire 1.000 miliardi di euro nel clima e in altre azioni verdi entro il 2030. Inoltre, più di 130 banche private, che rappresentano un terzo del settore bancario globale, hanno aderito ai Principles for Responsible Banking.
Un'altra grossa assunzione di responsabilità viene dalle città. Più della metà della popolazione mondiale vive nelle città e l'ONU prevede che tale percentuale crescerà fino a due terzi dell'umanità entro il 2050. Di conseguenza, il comportamento dei municipi è piuttosto importante. In tutto il mondo, circa 400 città si sono impegnate a raggiungere le emissioni nette zero entro il 2050 e più di 10.500 hanno aderito al Patto globale dei sindaci per il clima e l'energia.
Molte singole città in tutto il mondo stanno anche intraprendendo azioni lodevoli per ridurre le emissioni e creare vite migliori per i loro residenti. A Medellín, in Colombia, l'installazione di un sistema di tram aereo chiamato Metrocable collega le comunità collinari a basso reddito con il centro della città, aumentando così l'accesso dei residenti al lavoro, all'istruzione e ad altri servizi. Parigi ha un piano per una "città di 15 minuti", dove i residenti possono soddisfare tutte le loro esigenze entro 15 minuti da casa. E in Cina, la città di Shenzhen ha più che triplicato il numero di autobus elettrici dal 2015, rendendola la prima città al mondo ad elettrificare il 100% della sua flotta di autobus. La città dell'India settentrionale di Gorakhpur, incoraggia una serie di tattiche (come la riduzione della monocoltura, o la protezione dei corpi idrici) per ridurre le inondazioni e aumentare la resilienza.
I progressi tecnologici, inoltre, rendono l'energia rinnovabile e altre soluzioni più economiche. L'energia rinnovabile è sempre più competitiva in termini di costi con i combustibili fossili. Tra il 2010 e il 2019, i prezzi dell'energia solare sono diminuiti del 90%. Nelle regioni soleggiate di tutto il mondo è già più economico ottenere elettricità dal solare rispetto ai combustibili fossili.
La tecnologia dei veicoli elettrici è migliorata così rapidamente che un numero crescente di importanti case automobilistiche sta pianificando di smettere di produrre motori a combustione interna. Questo aspetto è molto più interessante in termini di inquinamento locale, visto che per quanto riguarda l'impatto climatico dell'auto elettrica, la questione è ampiamente contestata (vedi Vantaggi ecologici delle auto ibride).