La popolazione mondiale continua a crescere, e lo spazio per mettere a riposo i morti è prezioso. Alcune grandi città sono già a corto di terreni funerari, in molte nazioni in tutto il mondo. Interessanti sono le risposte in alcune nazioni a maggioranza buddista, non prive di tensioni con credenze religiose ancestrali.
Molte culture stanno trasformando i rituali funerari, cambiando il modo in cui funzionano i cimiteri e persino distruggendo i cimiteri storici per dedicare la terra per i vivi. A Singapore il governo ha demolito le tombe di famiglia a favore dei colombari, strutture che possono contenere le urne dei cremati. Gli spazi tombali della città-stato possono essere utilizzati solo per un periodo di 15 anni, trascorsi i quali i resti vengono cremati e lo spazio viene utilizzato per un'altra sepoltura.
A Hong Kong, le tombe sono tra gli immobili più costosi per metro quadrato e il governo ha arruolato pop star e altre celebrità per promuovere la cremazione al posto della sepoltura fisica.
Una nazione in cui lo spazio è molto prezioso è sicuramente il Giappone. Già negli anni '70, i funzionari pubblici erano preoccupati per la mancanza di spazi di sepoltura adeguati nelle aree urbane. Erano state realizzate nuove soluzioni, come cimiteri in lontane località turistiche dove le famiglie potevano organizzare una vacanza per i tradizionali rituali funerari, oppure viaggi in autobus noleggiati nelle aree rurali per seppellire i propri cari. A partire dal 1990, associazioni di volontariato avevano iniziato a sostenere la dispersione delle ceneri umane.
Dal 1999, il tempio Shōunji, nel nord del Giappone ha tentato di offrire una soluzione più innovativa a questa crisi attraverso Jumokusō, o "sepolture arboree". In queste sepolture, le famiglie mettono i resti cremati nel terreno e un albero viene piantato sopra le ceneri per contrassegnare la tomba.
Il buddismo giapponese inquadra la flora come una componente vivente del ciclo della reincarnazione e, quindi, necessaria da proteggere. Di conseguenza, i buddisti giapponesi sentono l'impatto dell'umanità sull'ambiente come una preoccupazione specificamente religiosa. Le sepolture arboree sono per questo parte di un impegno tipicamente buddista per preservare l'ambiente naturale.
In un piccolo bosco, libero dalle grandi lastre di pietra dei tradizionali siti funerari giapponesi, i sacerdoti buddisti eseguono rituali per i defunti. A differenza della dispersione delle ceneri, le famiglie possono ancora visitare i propri cari ed eseguire i rituali religiosi nel sito. Molte famiglie scelgono la sepoltura arborea pur non identificandosi esplicitamente come buddisti: la pratica interessa tutte le persone che hanno a cuore l'ambiente.
Le sepolture arboree costano anche molto meno delle pratiche funerarie tradizionali, il che è una considerazione importante per molti giapponesi che affrontano condizioni di indigenza legate alla forte denatalità. I giovani, spesso senza fratelli, lavorano duramente per sostenere genitori e nonni malati. E anche i defunti, tradizionalmente, costituiscono un costo.
L'idea delle sepolture arboree si è rapidamente diffusa in Giappone. Queste sepolture riflettono trasformazioni più ampie nella società giapponese. Ma questa innovazione non è priva di difficoltà. Le comunità religiose e culturali dell'Asia orientale sostengono che è necessario uno spazio fisico per visitare i defunti per vari aldilà rituali. Le tradizioni confuciane sostengono che è responsabilità del figlio prendersi cura dei propri genitori, nonni e altri antenati defunti attraverso offerte rituali di cibo e altri oggetti.
Inoltre, alcuni templi buddisti hanno espresso preoccupazione per il fatto che le sepolture arboree stiano minando irrevocabilmente i loro legami sociali ed economici con le comunità locali.
Anche da noi il problema dello spazio per i defunti è una variabile critica. Mentre in passato si pensava che le tombe fossero perpetue, ora la maggior parte dei cimiteri offre locazioni funerarie per periodi molto più brevi, da 30 a 100 anni, con locazioni a costi sempre maggiori.
In parte, ciò riflette indubbiamente una tendenza sociale di declino delle istituzioni religiose tradizionali e un aumento allo stesso tempo delle spiritualità alternative. Ma c'entra molto anche l'aumentata sensibilità verso fattori ambientali e sociali emergenti, tanto che proposte diverse, soprattutto in ambienti progressisti e freak, si moltiplicano (vedi Inquinamento post mortem).