L'attenzione dei governanti sulle auto elettriche è criticata da climatologi, tecnici dei trasporti, ingegneri e urbanisti. I governi del pianeta, invece, hanno posto l'auto elettrica al centro della loro disastrosa strategia sul clima, che non può arrivare nemmeno alla metà degli obiettivi sulle emissioni di gas serra.
La rivista People and Nature ha pubblicato una rassegna di opinioni che contrastano con quelle della politica mainstream, da parte di climatologi, esperti di trasporti, ingegneri e urbanisti. Il loro consiglio, temiamo, sarà del tutto ignorato.
Secondo i ricercatori e gli attivisti dell'ambiente, l'elettrificazione, senza un cambiamento immediato e gigantesco a favore di trasporti pubblici, biciclette e pedoni, e non basato come tutti i programmi governativi sulla proprietà individuale di automobili, non porterà alla decarbonizzazione dei trasporti.
Ne abbiamo parlato più volte, in Vantaggi ecologici delle auto ibride e Le auto elettriche risolveranno il problema?, sottolineando che creature come il SUV elettrico rappresentano un ridicolo e pericoloso ossimoro tecnologico (vedi Schwarzenegger e la mobilità tonta). La mobilità elettrica è il punto focale di tutti i piani di decarbonizzazione dei vari governi mondiali.
Le vendite di nuove auto a benzina e diesel saranno vietate nel Regno Unito dal 2030, un'iniziativa al contempo inutile e tardiva. Inutile, perché, come detto, auto elettrica non significa auto a emissioni zero, visto che l'energia elettrica dipende pesantemente dal mix di produzione locale. Tardiva, perché il divieto arriverà dopo che il decennio più importante per l'azione sul clima sarà già passato.
Anche l'Unione Europea si proclama pomposamente "leader nella lotta al cambiamento climatico" (parole di Charles Michel), dopo che, con il cosiddetto Green New Deal, ha deciso di ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030. Le critiche di ambientalisti e climatologi, in questo caso, riguardano la vaghezza delle direttive, dovuta alle divisioni tra i paesi più ricchi dell'Europa occidentale (che spingono per obiettivi più ambiziosi) e una manciata di stati dell'Europa orientale, guidati dalla Polonia, che dipendono fortemente dal carbone. Ma lo scetticismo riguarda anche la mancanza di obiettivi intermedi, una sorta di roadmap per fare in modo che l'obiettivo sia trasformato in realtà.
In tutta questa discussione, il fatto che le auto elettriche siano tutt'altro che "a zero emissioni di carbonio" è trascurato dall'opinione pubblica, anche dall'informazione scientifica. Si perde anche il fatto che, se non vogliamo che le temperature globali superino di oltre 1,5 gradi i livelli preindustriali, le emissioni dovranno essere ridotte a più del doppio del tasso attualmente previsto sulla base delle regole fin qui varate.
È ovvio che la graduale eliminazione delle auto a benzina e diesel nel 2030 sia benvenuta, visto che per lo meno non producono inquinanti atmosferici, e in ogni caso comporteranno una diminuzione della produzione di CO₂, anche se non l'azzeramento. Ma nessuna legge, nessuna tecnologia, potrà portare la mobilità a livelli accettabili di emissioni, fino a che continuerà a basarsi sull'uso dei singoli di automobili private, peraltro sempre più grandi e potenti, se guardiamo al marketing delle case di automotive.
Per i ricercatori dei trasporti, i piani incentrati sull'auto elettrica sono la prova dell'indifferenza dei governi verso le loro richieste di una politica dei trasporti integrata che riduca drasticamente il numero di viaggi in auto, la velocità e il numero di auto, e aumenti i trasporti pubblici, in bicicletta e a piedi.
L'auto è una delle più gravi iatture tecnologiche della nostra epoca. Non è solo una questione di tecnologia ed emissioni. Esse occupano enormi quantità di spazio, che potrebbero essere utilizzate molto facilmente per spazi verdi, alloggi a prezzi accessibili, alberi e parchi. Il parcheggio antisociale e sgradevole sul marciapiede nelle aree residenziali, che cento anni fa sarebbe stato considerato una stortura, è oggi una consuetudine assodata. I bambini e gli altri pedoni sono costretti a camminare in mezzo alla strada. Non c'è spazio per chiunque abbia un passeggino o una sedia a rotelle. Ma non ci facciamo più caso.
I politici sono entusiasti delle auto elettriche e le case automobilistiche le usano come greenwashing. Nel frattempo, tutte le riduzioni delle emissioni di carbonio derivanti dall'uso delle auto elettriche vengono spazzate via dall'incremento incessante dell'uso dei SUV.
Nel 2020, una riduzione globale dell'uso di petrolio di circa 2 milioni di tonnellate (40.000 barili al giorno), ottenuta da persone che passano alle auto elettriche, è stata "completamente annullata dalla crescita delle vendite di SUV nello stesso periodo." Lo sostiene una ricerca pubblicata il mese scorso dall'Agenzia internazionale per l'energia (IEA).
Le cife sono impietose: nel 2020 sono stati venduti poco più di tre milioni di veicoli elettrici e ibridi. Nello stesso periodo, le vendite di SUV sono state circa 27 milioni, portando la flotta mondiale di SUV a più di 280 milioni, rispetto a meno di 50 milioni nel 2010.
I SUV danno un notevole contributo al cambiamento climatico. Le emissioni di gas serra legate all'energia sono diminuite di circa il 7% nel 2020, in tutte le categorie studiate dall'IEA ad eccezione di quelle dei SUV, che sono aumentate dello 0,5%. Inoltre, i veicoli elettrici venduti stanno diventando più grandi e più pesanti, in media, come dimostrato da una precedente ricerca dell'AIE.
Eppure, secondo l'impostazione ingegneristica, il modo migliore per ridurre rapidamente il consumo di carburante (non tra dieci anni) è ridurre il peso totale delle auto sulla strada. I ricercatori di Cambridge hanno pubblicato un'analisi che mostra che "favorire la riduzione del peso del veicolo" potrebbe far risparmiare più emissioni entro il 2050 rispetto alle attuali politiche incentrate sull'elettrificazione. Così evidente, da sembrare un'ovvietà. Ma non è in linea con gli interessi dei produttori di auto. A causa di queste aziende, il peso medio delle auto in Europa è passato da 1320 kg nel 2005 (quando già conoscevamo bene il riscaldamento globale, e i SUV erano già una realtà) a oltre 1400 kg oggi.
Le auto trasportano in media 1,8 persone, che pesano in media circa un dodicesimo dell'auto, "quindi quasi tutta la benzina viene utilizzata per spostare le auto, non le persone", afferma il rapporto Absolute Zero. Il risultato dello studio è sconcertante: si potrebbe arrivare a zero carbonio con le attuali tecnologie, solo razionalizzando il sistema e i mezzi di trasporto. Altro che vetture elettriche!
Gli autori dello studio suggeriscono vari percorsi di miglioramento di efficienza: aumento della produzione elettrica da energie rinnovabili, modifiche ai veicoli con frenata rigenerativa, resistenza al rotolamento e resistenza ridotta (pneumatici migliori) e riduzioni di peso, minor uso dei veicoli privati (attraverso la condivisione dei viaggi, migliore gestione del carico o riduzione complessiva della distanza percorsa. Così evidente, da sembrare un'ovvietà. Ma nessuno di questi è stato intrapreso dai governi del mondo, perché contrastano con gli interessi dei produttori di auto. E i politici, dunque, se ne tengono ben alla larga.
Se davvero fossimo impegnati a ridurre le emissioni di carbonio dannose per il clima, annulleremmo la costruzione di strade e trasferiremmo tutti i finanziamenti a una concezione dei trasporti completamente diversa. Occorre cambiare radicalmente il modo di spostarsi, privilegiando i trasporti pubblici, le biciclette e la pedonalità. È lì che dovrebbero concentrarsi i miliardi di investimenti, per creare una rete così capillare che l'auto diventi, per forza di cose, obsoleta per il trasporto.
Cambiare i sistemi di trasporto, in modo da poter vivere più felicemente con meno veicoli e chilometri percorsi, implica anche la ri-progettazione delle città in cui viviamo. L'attuale pratica di pianificazione dei trasporti e dell'uso del suolo è insostenibile in un momento di emergenza climatica.
Necessitiamo di una pianificazione urbana capovolta rispetto all'attuale, per evitare stili di vita dipendenti dall'auto. Occorre riprogettare le città in modo che le necessità (scuole, medici, negozi e così via) siano raggiungibili a piedi; e incoraggiare il passaggio dalle auto alla pedonalità, alla bicicletta e ai trasporti pubblici.
Così evidente, da sembrare un'ovvietà. Ma quello che sta succedendo nelle nostre città, con la costruzione di centri commerciali e la sparizione di negozi di vicinato, con l'accentramento di ospedali e servizi pubblici, risponde evidentemente ad altri interessi rispetto a quello di dare un futuro all'umanità.
Le auto elettriche che, a lungo termine, possono combinarsi con una produzione di elettricità interamente rinnovabile, non sono una soluzione a breve o medio termine per l'emergenza climatica. Usate strumentalmente come appaiono essere ora, sembrano allontanarci dalla soluzione, invece che avvicinarla.