Alcune indagini hanno dimostrato come le microplastiche contenute nei cosmetici siano una delle principali fonti di inquinamento marino.
Negli scaffali dei supermercati vengono venduti prodotti dichiarati naturali e che si dicono amici dell'ambiente, ma si stima che vi siano almeno 3000 particelle di plastica per millilitro di prodotto.
Il polietilene, una della più comuni materie plastiche presente nei prodotti di cosmetica, come esfolianti, saponi, creme e gel, anche di noti marchi, è certamente un ottimo levigante ed illuminante per la pelle, ma è anche nemico dei mari e dell'ambiente in generale, in quanto inquina le acque e viene scambiato per cibo da pesci e molluschi che poi arrivano sulle nostre tavole.
In Italia sono circa 81 i prodotti di almeno 37 aziende cosmetiche che hanno al loro interno questa sostanza e molti di questi sono spacciati per prodotti naturali. In realtà, le analisi effettuate su questi cosmetici hanno rilevato una presenza di circa 3.000 particelle di plastica per millilitro di prodotto.
Questi sono alcuni dei risultati emersi dall'indagine effettuata dall'associazione MedSharks insieme a CNR ISMAC di Biella, Università del Salento e Università degli Studi Roma Tre, nell'ambito di "
Clean Sea Life" (progetto di sensibilizzazione sui rifiuti marini della UE), sulle microplastiche contenute nei prodotti cosmetici venduti nel nostro Paese.
Le analisi sono state effettuate su un campione casuale di 30 punti vendita, tra cui profumerie, farmacie, parafarmacie e supermercati, del Veneto, dell'Emilia Romagna, della Toscana, del Lazio, della Campania, della Puglia, della Sicilia e della Sardegna. Ciò che i consumatori ignorano è il fatto che le microplastiche non vengono trattenute dai sistemi di depurazione e arrivano direttamente in mare.
Il consumatore come può verificare se all'interno dei prodotti che utilizza vi sono microplastiche? L'autrice Eleonora de Sabata di MedSharks, ha spiegato che la presenza di microplastiche è stata ricavata dalle informazioni scritte sull'etichetta dei cosmetici, su cui si possono leggere gli ingredienti indicati in ordine decrescente di peso fino all'1%.
L'attenzione durante le ricerche si è focalizzata sul polietilene, sia perché predomina fra le microplastiche nei cosmetici, sia perché molto conosciuto in quanto contenuto anche nei comuni sacchetti di plastici ormai da anni banditi. Secondo alcune statistiche, si stima che nei mari europei ogni giorno si riversino almeno fino a 24 tonnellate di polvere di plastica derivata dall'utilizzo dei cosmetici, raggiungendo le 8600 tonnellate l'anno.
Uno dei mari con maggiore concentrazione di microplastiche al mondo è il Mediterraneo.
Nel 2015 l'associazione europea dell'industria cosmetica, Cosmetics Europe, ha invitato le imprese associate a bandire l'utilizzo di microplastica solida non degradabile nei mari entro il 2020. L'Orèal, ma non solo, aveva dichiarato che entro la fine del 2017 avrebbe elimanto le "microbiglie" di polietilene.