L'idea di David Gross, uno chef attivista austriaco, per combattere lo spreco di cibo.
Wastecooking, un documentario che racconta quanto sia diffuso lo spreco di cibo e la bizzarra idea di David Gross per superare questo fardello mondiale.
Nel 2017, ai tempi di Master chef e Hell's kitchen, fa strano vedere qualcuno entrare nei cassonetti delle immondizie in giro per l'Europa per recuperare del cibo da cucinare.
Non è un nuovo fantomatico programma televisivo, ma la bizzarra idea di David Gross, uno chef attivista austriaco, che si è messo in testa di lottare contro lo spreco alimentare con ogni mezzo, persino riciclando gli scarti di cibo degli altri. Un personaggio curioso, intelligente e allo stesso tempo provocatorio.
Wastecooking, letteralmente "
cucina di avanzi", ha lo scopo di sensibilizzare istituzioni e cittadini sul tema dello spreco alimentare attraverso pratici consigli su come fare la spesa intelligentemente senza sprecare cibo, ma creando deliziose pietanze avendo a disposizione solo ingredienti destinati alla spazzatura. Secondo i dati presentati dalla
Fao, infatti, un terzo del cibo prodotto resta inutilizzato, sprecato e buttato nelle immondizie. Una quantità pari a 1,3 miliardi di tonnellate all'anno, che, se ridotta, potrebbe contribuire a capovolgere il problema della fame nel mondo.
A raccontare tutto questo è il documentario Wastecooking, creato proprio dall'attivista austriaco, e presentato in anteprima italiana al festival "Le voci dell'inchiesta di Pordenone. Il cuoco, per recuperare gli scarti alimentari, viaggia con la sua "wastemobile", un furgoncino alimentato a olio vegetale, recuperato anch'esso in cucina, sul quale vi è la sua cucina mobile.
L'obiettivo è appunto sensibilizzare verso questo enorme problema, dando a tutti la possibilità di partecipare alla preparazione di questi piatti, sicuramente prelibati: dai cuochi a cinque stelle, casalinghe, fino alle scolaresche. L'idea può suscitare ribrezzo, ma attorno al signor Gross si è creata e riunita una comunità Wastecooking diventata un vero e proprio movimento al grido di Make Food, Not Waste: cucinate, non sprecate.
Riuscirà lo chef austriaco, che sarà presto anche in Italia, con la sua ironia e genialità nel suo intento?