Nuove centrali a carbone aumentano il grado di inquinamento atmosferico in Corea del Sud, contraddicendo l'immagine molto ecosensibile dei gestori di questi impianti.
La costruzione di centrali a carbone in Corea del Sud costituisce un pericolo per la salute in un paese caratterizzato da un alto tasso di inquinamento atmosferico. Ma la comunicazione è ammantata di parole e immagini verdi.
In Italia, l'utilizzo del carbone lo avevamo bloccato negli anni '80, in compenso Renzi ha recentemente spianato la strada alle trivellazioni in terra e in mare. Nel Mantovano si progetta addirittura di far passare l'autostrada del gas (ricordiamo che anche il metano è un combustibile fossile) attraversando zone terremotate, ma allo stesso tempo turistiche e di pregio alimentare, come negli Appennini, dove si aspettano ancora aiuti mai pervenuti.
A2A, la multiutility di Milano e Brescia ad esempio, ha pensato bene di costruire una centrale a carbone nel Montenegro e portare l'energia elettrica in Italia. Il governo ha subito agito facendo una legge per ridurre le tasse sull'energia importata. A parole si cerca lo sviluppo sostenibile, nei fatti la fame di denaro sparge i danni ambientali in giro per il mondo.
Evidentemente, però, l'Italia non è sola. Un esempio eclatante è quello che sta accadendo nella Corea del Sud. Le polemiche sulle centrali elettriche a carbone continuano a crescere in questo Paese, famoso per la più grande centrale a carbone del mondo. Le preoccupazioni per l'inquinamento atmosferico e per le emissioni di gas serra sono in gran parte attribuibili proprio al carbone, che alimenta circa il 40% di energia del Paese.
Nel frattempo, le società che stanno costruendo nuove centrali a carbone, sono state accusate di essere inciampate nel greenwashing.
GS Donghae Electric Power Co., per esempio, ha finanziato l'apertura della prima centrale elettrica a carbone del paese nella costa orientale di Donghae. Stranamente,
il sito web della società utilizza un'immagine che mostra turbine eoliche, alberi e una mongolfiera che collegano alla pagina riguardante la centrale a carbone.
Al centro della homepage, vi è un link intitolato "
Eco friendly-electricity", ovvero "elettricità ecologica", che mostra una giovane famiglia felice vicina ad un albero e racchiusi all'interno di una lampadina. Non è chiaro se GS Donghae alluda più all'albero o alla lampadina, intanto ha già annunciato la creazione di un nuovo impianto a carbone entro il 2021 nel Sud di Gyeongsang.
Coloro che visitano il sito web del progetto vengono accolti da un paesaggio verde, con prati, montagne, alberi e un lago con una barca a remi all'interno delle pagine di un libro aperto. Più a nord, il progetto di Eco Power Gangneung vedrà la nascita di un altro impianto a carbone con una potenza pari a 2.080 MW, entro il 2020.
E ovviamente anche sul loro sito compare un'immagine della centrale accompagnata dalla scritta "
Un ambiente chiaro, pulito (fa) un futuro felice", uno slogan sicuramente in malafede, visto che pubblicizza un gigantesco inceneritore a carbone.
Non solo, inspiegabilmente ad accompagnare l'immagine vi è anche una fotografia di un fiume contornato da querce con le pecore al di là di un campo. Paesaggi difficili da trovare in Corea del Sud e l'immagine infatti sembra essere una foto presa da archivi con diritti d'autore appartenenti al Regno Unito.
Greenpeace definisce questo sistema un "
inganno nei confronti dei consumatori sulle pratiche ambientali di società attraverso prodotti e servizi". L'inquinamento atmosferico rappresenta un pericolo per salute che continua a crescere in Corea del Sud. Un rapporto OCSE 2016 prevede la morte di milioni di persone in tutto il mondo entro il 2060, e purtroppo la Corea del Sud è uno dei paesi più a rischio.
L'inquinamento proviene da diversi fattori: dalla vicina Cina e dalle fonti interne, come appunto le centrali a carbone.
Nel mese di marzo a Dangjin, dove vi è oggi la più grande centrale a carbone del mondo, circa 1000 manifestanti hanno marciato contro la costruzione di un altro impianto.
Park Sang-jin, un funzionario presso la Eco Power di Dangji, ha sottolineato che la costruzione delle centrali deve proseguire e non vi è nulla di cui preoccuparsi in quanto sono state istallate tecnologie che riducono le emissioni di gas serra.