Indagini rivelano che Apple non ricicla. Quel che è peggio, distrugge sistematicamente cellulari e computer funzionanti per mantenere elevato il valore di mercato.
Praticamente da sempre, Apple afferma di essere all'avanguardia della tecnologia per il riciclo. Recentemente, si arriva alla sparata di poter fornire un nuovo dispositivo con hardware completamente riciclato. La realtà però è ben diversa: il robottino di cui abbiamo già parlato, è uno specchietto per allocchi. Addirittura, alcune indagini dimostrano che l'azienda ostacola volontariamente il riutilizzo dei loro vecchi dispositivi, con ordini specifici di distruggere tutte le unità.
Ogni anno, centinaia di milioni di smartphone e computer vanno a riempire le discariche in tutto il mondo. Se Apple fosse in grado di rispettare il suo sbandierato impegno nel riciclo, questo creerebbe un buon impatto sull'ambiente e potrebbe anche influenzare altre aziende a fare lo stesso. Tuttavia, alcuni documento mostrano che
la vocazione ambientalista dell'azienda è ben lontana dalla verità.
Secondo
Extreme Tech, Apple avrebbe annunciato l'obiettivo di produrre nuovi dispositivi utilizzando materiali riciclati con troppo anticipo. Ci vorrà effettivamente molto tempo, ma il messaggio che è passato è quello, falso, che le operazioni sono già ben avviate. Siccome questa opzione è al momento meno economica rispetto all'utilizzo di nuove materie prime, l'impressione è che a Cupertino attendano lo sviluppo di nuovi metodi di riciclo, prima di iniziare lo sbandierato passaggio. I suoi due
robot di riciclo Liam, così fighetti nella pubblicità, sono in grado di disassemblare un totale di 2,4 milioni di telefoni all'anno, ma Apple ha venduto 215,3 milioni di iPhones solo nel 2016.
Un articolo pubblicato da Vice indica come la società non ricicli la maggior parte dei loro prodotti ritirati. Il rapporto afferma inoltre che le aziende Apple affidano il loro smaltimento a società terze con
istruzioni specifiche di distruggere tutti i componenti. L'azienda vieta qualsiasi forma di rivendita o riutilizzo, in quanto tutto deve essere letteralmente fatto a pezzi.
È presumibile che questa strategia serva a mantenere alti i valori di mercato dei loro prodotti. Proprio come i marchi di moda che distruggono tutta la linea di prodotti alla fine della stagione, Apple impedisce che i suoi prodotti finiscano sul mercato di rivendita. Ma questa strategia è assai dannosa per l'ambiente, perché ostacola la pratica del riuso, che nella
gerarchia delle 5 erre viene prima, e quindi è molto più virtuosa, del riciclo.
Il riciclaggio dovrebbe essere l'ultima opzione perché i metalli e le terre rare dei componenti sono completamente persi e inestricabilmente fusi insieme. La riparazione e il riutilizzo sono metodi molto migliori per estendere il valore dei materiali minerari originari.
Per quanto riguarda il riciclo, Apple si difende sostenendo di essere un produttore, non una società di smaltimento. La maggior parte degli iPhones semplicemente non arrivano fisicamente alla Apple, anche per il ben noto problema del cassetto (di cui abbiamo parlato in
I nemici dell'ambiente), e Apple non ha la possibilità di riciclare questi telefoni.
Apple nega le sue responsabilità, ben sapendo che, in virtù una serie di leggi a livello di "responsabilità del costruttore" che richiedono alle aziende di elettronica di riciclare i rifiuti elettronici ogni anno sulla base delle loro vendite complessive, la società è responsabile anche legalmente del riciclo di migliaia di tonnellate di elettronica all'anno.
Per quanto riguarda invece il ben più importante riutilizzo, da Cupertino non giunge voce.