Anche il settore cartario fa economia circolare, ma i limiti sono tanti. Assocarta chiede più soldi al governo.
Il settore cartario da sempre persegue l'economia circolare, e l'Italia è sempre stata un'eccellenza. Ma i grandi paesi europei hanno sgravi più consistenti e procedure più snelle. Secondo l'associazione di categoria, se la politica non mette mano al portafoglio, si rischia un'implosione del settore.
Cresce del 20% l'efficienza energetica nel riutilizzo di materie prime rinnovabili nel riciclo negli ultimi 20 anni.
All'apice della categoria troviamo l'industria della carta, ma allo stesso tempo, non possiamo ignorare i numerosi freni che ostacolano il prezioso apporto dell'industria cartaria all'economia circolare.
La carta, come ha spiegato il presidente di
Assocarta Girolamo Marchi durante la Mostra Internazionale dell'Industria Cartaria a Lucca, è un bio-materiale utilizzato in diversi settori (grafico, igiene, imballaggi, medicinali e meccanica) è costituita dal 60% di carte riciclate.
Si tratta di uno dei prodotti più riciclati in Europa, ed è il primo rifiuto in Italia a raggiungere un tasso del riciclo dell'80% nel ramo degli imballaggi.
Ma quali sono gli ostacoli all'efficienza del settore? Uno di questi è la legislazione italiana, molto severa, che rende difficile realizzare impianti di riciclo. Un handicap che i concorrenti europei in maggioranza non hanno.
Un altro grave problema è il costo dell'energia. L'industria cartaria italiana consuma circa 3 miliardi di metri cubi di gas naturale, il cui costo è nettamente maggiore rispetto al resto d'Europa.
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Per continuare a produrre carta," sostiene Marchi, "
un processo energivoro, sarebbe opportuno godere delle stesse condizioni dei nostri concorrenti in Francia e Germania: uno sconto consistente sulla bolletta elettrica in accordo con la disciplina comunitaria per gli energivori approvata nel luglio 2014.”
Grazie agli investimenti fatti ultimamente, il 60% di energia elettrica necessaria al settore è compensato dalla cogenerazione. Secondo Marchi occorrerebbe rendere ancora più conveniente l'uso di questa energia.
In assenza di un chiaro indirizzo della politica, che secondo Marchi dovrebbe essere molto più generosa nei confronti di un settore strategico come la carta, i progetti futuri e gli investimenti possono essere a rischio.