Nuova proposta per il calcolo dei tassi del riciclo.
E' necessario omogeneizzare i sistemi di calcolo dei tassi di riciclo per gli Stati membri dell'Unione Europea
Nell'ambito di una vera e propria economia circolare, i rifiuti vanno recuperati e riciclati più correttamente possibile, per far si che possano essere riutilizzati in nuovi prodotti.
Ma gli Stati membri dell'UE usano modi diversi per calcolare i tassi di recupero a livello nazionale e confrontarli diventa complicato, tant'è che in molti casi, i calcoli si basano su ciò che viene raccolto e selezionato, non su ciò che viene riciclato e molti quindi, anche se possono essere recuperati, finiscono in inceneritori o in discariche, probabilmente senza un appropriato trattamento.
Oltre a tutta questa poca omogeneità dei metodi internazionali, si aggiunge un grande punto di domanda: la mancanza di omogeneizzazione anche tra le regioni dei vari Stati.
Prendiamo come esempio il nostro Paese, l'Italia, dove da circa vent'anni si aspetta di avere un unico metodo di raccolta in tutto il territorio per poter essere in grado di confrontare le statistiche.
A capirlo, fu già il Decreto Ronchi del 1997, senza mai attuarlo, arrivando oggi non solo a mancanze di dati affidabili nell'ambito del riciclo, ma anche riguardo la raccolta differenziata.
Basti pensare che ogni regione applica un proprio sistema di calcolo, l'unica che si sottopone a certificazione risulta, al momento, la Toscana.
L'Europa quindi, si trova davanti alla richiesta da parte delle industrie del riciclo che vogliono un metodo unico per calcolare il tasso di riciclo nel processo finale, per dare servizi validi e di qualità, che garantisca e dia valore al recupero dei materiali.
In sostanza, il settore cartario, quello dell'acciaio, dei metalli e della plastica, sono d'accordo con le Commissioni di misurare il vero tasso di riciclo in tutti gli Stati membri, per promuovere il recupero dei materiali, ma anche garantire che vengano inseriti in un corretto processo finale di riciclo.
La domanda sorge spontanea, perché la concentrazione si sposta completamente sul processo di riciclo e non sulla prima fase della raccolta differenziata?
Perché è cosi che si promuove il recupero finale dei materiali evitando che finiscano in inceneritori, discariche o addirittura esportati, identificando quindi, il punto principale del processo quando il materiale può sostituire una risorsa primaria: ogni persona che fa parte della filiera devono contribuire al recupero dei rifiuti perché diventino materia prima seconda.
Il calcolo del tasso di riciclo, ha influito molto sull'applicazione della nuova legislazione sull'economia circolare, sollevando molte discussioni.
Infatti, il nuovo pacchetto, sembra che invece di aumentare il tasso di riciclo negli Stati membri, potrebbe fare l'opposto.
Questo, quanto emerso dal pensiero di alcuni esperti presenti alla Energy from Waste Conference di Londra.
Si pensa che l'unione dei diversi metodi di calcolo usati dai diversi Stati per misurare i loro progressi, possa modificare interamente le "classifiche europee".
Adess0, infatti, possono decidere una delle quattro metodologie fissate dalla Commissione.
Il "pacchetto europeo" ne contiene solo una, che racchiude carta, plastica, metallo, vetro e altri rifiuti differenziati dalle singole famiglie.
La nuova proposta della Commissione è che per "peso dei rifiuti urbani riciclati si intenda il peso dei rifiuti che entrano nel processo finale di riciclo", quindi a seguito della selezione meccanica, sostituendo la precedente metodologia, in cui si calcolava il volume dei materiali raccolti in totale,in cui vi erano anche rifiuti non recuperabili.
Oggi,però, con l'attuale metodo di calcolo, la Germania risulta vicina al 64% del tasso di raccolta, l'Austria al 57% e la Svezia al 52%.
Tassi che, con la nuova proposta, potrebbero scendere anche del 50%.
Sostanzialmente, a molti Stati membri non interessa essere i primi per quantità di rifiuti raccolti e rimessi in circolo, piuttosto che il sistema di calcolo continui a premiarli con benefici negli incentivi e finanziamenti europei.