Nuovi provvedimenti e bonus per lo smaltimento dell'amianto. Ma l'Italia esporta ancora all'estero.
L'amianto e i numerosi progressi che però non sembrano portare alla risoluzione del problema.
In Italia liberarsi dell'amianto sembra non essere così semplice, nonostante i grandi passi avanti compiuti recentemente dal Governo, dapprima con la legge di stabilità del 2015 che stanziava 45 milioni all'anno per bonificare zone industriali critiche e il Collegato ambientale che agevolava la rimozione delle coperture in eternit.
Infine, ricordiamo il decreto del Ministero dell'Ambiente che attua l'articolo 56 del Collegato, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 18 Ottobre 2016.
La legge mette a disposizione 17 milioni di euro per eseguire opere di risanamento, un credito d'imposta al 50% dei soldi spesi dalle industrie su beni e strutture produttive e bonifiche concluse entro il 2016.
Un bonus che sarà dato solo per interventi di smaltimento e rimozione amianto conclusi e non per il confinamento e la messa in sicurezza.
Gian Luca Galletti, Ministro dell'Ambiente, ha affermato che questo è un passo molto importante che ha come obiettivo la liberazione dell'Italia dall'Amianto, anche decidendo di coinvolgere maggiormente le imprese, con più trasparenza e soprattutto nuove risorse.
Purtroppo, la salita sembra essere molto ripida. Non a caso, al convegno "
Smaltimento dell'amianto, stato dell'arte e nuove tecnologie", è emerso che circa la metà delle regioni italiane non dispongono di un impianto adatto allo smaltimento.
Inoltre, si stima che circa 250.000 tonnellate l'anno di materiale contenente fibre di asbesto, vengano esportare verso la Germania o altre nazioni, al modico prezzo di ben cento milioni di euro l'anno.
Non solo, secondo Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera, le oltre 400 leggi sul trattamento dell'amianto su base nazionale e regionale, non sono altro che un minestrone di parole che creano grandi difficoltà senza portare a vere soluzioni che risolvano il problema.
E' necessario quindi creare un fondo interamente devoluto allo smaltimento, attraverso risorse mirate.
La discarica rimane il principale sistema per lo smaltimento, ma bisogna anche tener conto dell'arrivo di nuove tecnologie per la trasformazione dei rifiuti d'amianto.
Recentemente al Convegno sono stati mostrati alcuni dei progressi fatti finora: un esempio è l'inertizzazione chimica con siero di latte ideata dal Prof. Norberto Roveri, per cui è in atto un procedimento di Valutazione di impatto ambientale, e poi lo studio effettuato dalla dottoressa Cristina Leonelli dell'Università di Modena e Reggio Emilia, che vede protagonista il riscaldamento a microonde.