Perdite innescate dalla crisi in Turchia, dazi tra Cina e Stati Uniti. Gli investitori stanno fuggendo verso la sicurezza del dollaro USA. Preoccupazione nel mondo del riciclo.

Il rame è precipitato in un mercato ribassista, per le preoccupazioni sulla crisi finanziaria della Turchia e la guerra commerciale USA-Cina, che gli operatrori di borsa ritengono ostacolare la crescita economica mondiale.

Il metallo rosso per la consegna a tre mesi è sceso del 4% per attestarsi a $ 5.801 a tonnellata metrica alle 17:52 di mercoledì al London Metal Exchange. Si tratta di un calo superiore al 20% rispetto al massimo di 7.332 dollari a giugno, non si parla ancora di crollo, ma certamente siamo in linea con la definizione comune di "mercato orso". Il rame ha registrato quattro perdite giornaliere dirette, scendendo al livello più basso da più di un anno.

Le perdite di mercoledì sono state innescate da un ampio arretramento in Cina, mentre lo yuan si è indebolito e i dati recenti hanno mostrato che l'economia cinese sta segnando il passo. Le perdite del metallo si sono accelerate e gli investitori, tra l'incudine dei problemi finanziari della Turchia e il martello della guerra dei dazi tra Cina e Stati Uniti, fuggono verso la relativa sicurezza del dollaro, convinti che la maretta attuale frenerà la crescita economica, danneggiando la domanda di materie prime.

Come spesso avviene nei giochi speculativi di borsa, in questo caso hanno prevalso le questioni psicologiche dei trader, più che i progetto a lungo termine degli operatori del settore. Il motivo è la soglia psicologica dei 6.000 dollari, baluardo attorno al quale si erano addensate le scommesse dei rialzisti. Questo ha creato una resistenza al calo, ma una volta scavalcata la soglia, si è aperto, come di consuetudine, il baratro, e il panico degli scommettitori ha preso il sopravvento.

Il tutto, combinato con uno sfondo macroeconomico ostile, e di fronte a un dollaro forte senza alcun apparente contrappeso in vista, ha generato una chiara rotta ribassista nel marasma della complessità.

I prezzi del rame sono stati anche colpiti dall'attenuazione dei timori sull'offerta. BHP Billiton Ltd., la più grande miniera del mondo in Cile, e i sindacati hanno trovato l'accordo su una nuova offerta salariale, salvando l'industria da uno sciopero che minacciava di interrompere l'offerta in un momento di riduzione delle scorte.

E siccome alla sfiga non c'è mai limite, proprio mercoledì, il Comex copper è caduto in un mercato ribassista. I futures per la consegna di rame a settembre sono scesi del 4,5% per stabilirsi a $ 2,56 a New York. Si tratta di un calo superiore al 20% dalla chiusura di 3,30 dollari a libbra.

L'indice LMEX di London Metal Exchange di sei metalli è scivolato del 4 percento, il massimo in più di tre anni.

Tutti questi sommovimenti colpiscono, come noto, l'industria mineraria, ma anche la più fragile industria del metallo riciclato, molto forte anche nel settore del rame. Si prevedono grossi aumenti degli stoccaggi sia del rottame che del prodotto finito.