La compagnia canadese Air Transat ha avviato un programma per utilizzare il carburante per jet ricavato dall'andride carbonica catturata.

L'annuncio è chiaramente l'ennesimo pretesto per pulire commercialmente il trasporto aereo, uno dei settori più inquinanti dell'economia.

È comunque una delle prime volte in assoluto che una compagnia aerea accetti di lavorare fianco a fianco con uno sviluppatore di carburanti puliti per ridurre il proprio impatto ambientale.

Il consorzio SAF+, si impegna infatti a sviluppare un impianto pilota a Montreal Est per produrre cherosene dalla CO2, in un processo che cattura CO2 prodotta da grandi emettitori industriali e la converte in combustibile sintetico per jet.

Detto così sembra il sacro Graal. In realtà si tratta di un processo abbastanza utilizzato anche in passato, noto come syngas (o gas di sintesi), ovvero la produzione di una miscela di gas, essenzialmente monossido di carbonio (CO) e idrogeno (H2), con la presenza in quantità variabile anche di metano (CH4) e anidride carbonica (CO2). Un prodotto analogo, il gas d'acqua, è prodotto insufflando vapor d'acqua su carbone rovente.

L'impianto consiste nell'unione di due processi, entrambi piuttosto energivori: la cattura di CO2 e la co-elettrolisi per separare l'acqua in idrogeno e ossigeno. L'idrogeno viene miscelato con la CO2 catturata da impianti di produzione industriale, miscelata in parte con monossido di carbonio (CO), per formare syngas, che poi sarà trasformato in carburante per jet.

In teoria, questo carburante a reazione avrà un impatto di CO2 molto inferiore rispetto al carburante normale. Si calcola una riduzione dell'80%. Il problema principale, come intuibile, è il costo.

Il combustibile per aviogetti fossili è relativamente poco costoso. Catturare CO2 dall'aria è ancora una tecnologia costosa. Per questo, e per altri motivi, gli ambientailisti sono molto scettici.

Sarebbe un errore pensare che possiamo continuare a volare come facciamo perché possiamo ottenere energia dall'aria. Ovviamente, per ottenere un bilancio carbonico come quello prospettato, è essenziale che i processi di produzione utilizzino energie rinnovabili. La sensazione è che queste tecnologie abbiano solo, per il momento, un valore commerciale, per posizionare meglio sul mercato le compagnie aeree 'virtuose'.

Gli impianti sono per il momento troppo piccoli, e il carburante prodotto giornalmente copre pochi minuti di volo di un solo aereo. Altre aziende stanno sperimentando invece carburanti rinnovabili ottenuti da biomassa vegetale. Canna da zucchero, erbe o olio di palma e persino prodotti di scarto di origine animale: qualsiasi cosa contenga carbonio può essere lavorata e utilizzata.

Ma questi carburanti alternativi andranno mai a sostituire il tradizionale carburante a propulsione fossile? Sicuramente sì, ma è molto difficile stabilire in che tempi. I carburanti alternativi diventeranno competitivi quando i costi ambientali saranno integrati nel costo del volo. Questo comporterà biglietti più costosi, ma non pare possa accadere in questo il momento, caratterizzato dalla guerra dei prezzi tra compagnie aeree.

Fondamentalmente, in termini di sostenibilità, l'aviazione è il settore più difficile da cambiare. I viaggi aerei rappresentano tra il tre e il cinque percento delle emissioni globali di CO2 e tali emissioni stanno crescendo rapidamente. L'organismo dell'industria aeronautica (Iata) ha fissato obiettivi per ridurre le emissioni del 50% entro il 2050 e le compagnie aeree stanno esplorando molti modi per ridurre l'uso di combustibili fossili.

La compagnia aerea scandinava SAS mira a eseguire voli nazionali con biocarburanti e ridurre le emissioni del 25% entro il prossimo decennio. KLM sta effettivamente incoraggiando le persone a non volare, e suggerisce ai clienti il treno o le videoconferenze su Internet.

E di recente la compagnia aerea a basso costo olandese Transavia ha iniziato a pesare i passeggeri all'aeroporto di Eindhoven, in un esperimento progettato per calcolare meglio la quantità di carburante richiesta con l'obiettivo di ridurre le emissioni di CO2.

Non tutti sono convinti che queste soluzioni tecnologiche saranno la bacchetta magica per rendere il volo più sostenibile. L'unica soluzione che abbiamo è semplicemente volare di meno.

Dobbiamo fare delle scelte difficili. Dobbiamo pensare al cambiamento del sistema. Forse potremo avere una qualità della vita simile a quella di ora, ma senza volare.