Le indicazioni dell’Istituto superiore della sanità, uscite lo scorso mese, saranno valide anche per la fase 2. In Regno Unito, invece, si allentano le misure.

Nessuna novità per il trattamento dei rifiuti domestici in vista della seconda fase dell'emergenza COVID. In Gran Bretagna, che aveva adottato regole più severe, le prassi si allineano a quelle europee.

Le indicazioni dell'Istituto superiore della sanità sul trattamento dei rifiuti domestici, uscite lo scorso mese, sono state recepite dalla stragrande maggioranza degli enti locali. Esse stabiliscono in particolare che chi è stato contagiato dal virus o è in quarantena obbligatoria, non può e non deve fare la raccolta differenziata.

I soggetti contagiati e in quarantena vengono trattati allo stesso modo: entrambi non possono fare più la raccolta differenziata ma devono collocare tutti i rifiuti in un doppio sacchetto da depositare negli spazi idonei, secondo il piano di raccolta territoriale.

Sia i cittadini che gli operatori devono osservare, nelle varie fasi della raccolta, cautele particolari per tutelare la salute pubblica. I sacchi, una volta chiusi con cura, non saranno aperti né manipolati e verranno conferiti preferibilmente a un termovalorizzatore.

I guanti che il cittadino dovrà utilizzare per ogni operazione dovranno essere raccolti a loro volta nei sacchetti e quindi smaltiti la volta successiva, nello stesso modo. Lo stesso trattamento dovrà essere riservato anche a fazzoletti usa e getta, mascherine, lenzuola monouso e così via. Si raccomanda di evitare contatti fra i rifiuti e gli animali domestici.

Nessuna prescrizione, invece per le abitazioni in cui non sono presenti soggetti positivi al tampone, in isolamento o in quarantena obbligatoria. Quindi, in questo caso, sì alla raccolta differenziata. Si raccomanda che il personale addetto alle operazioni di raccolta e gestione dei rifiuti urbani adotti tutti i provvedimenti necessari a garantirne la sicurezza.

In vista della fase 2, per il momento non ci sono nuove indicazioni da seguire. Diverso è invece l'orientamento seguito all'estero. In Regno Unito, per esempio, l'Agenzia per l'ambiente ha emesso una dichiarazione di posizione normativa (regulatory position statement - RPS) più leggera rispetto alla precedente, emanata in piena emergenza pandemica.

Va detto che le regole precedenti erano particolarmente severe, e che la modifica allinea il Regno Unito alla prassi italiana. Per esempio, i rifiuti infettivi COVID-19 possono essere inceneriti in una struttura municipale senza la necessità di variare l'autorizzazione.

Dice la nuova norma emanata: "Se si seguono le condizioni contenute nella presente dichiarazione sulla posizione normativa COVID-19 (RPS), è possibile accettare e incenerire i rifiuti infettivi COVID-19 in un inceneritore di rifiuti urbani senza variare il proprio permesso ambientale".