Allarmante crollo del numero di insetti in una foresta pluviale tropicale a Porto Rico. La causa è il riscaldamento della Terra.

Uno scienziato torna per una ricerca nella foresta pluviale portoricana dopo un'assenza di 35 anni, e scopre che il 98% degli insetti è scomparso.

Lo scienziato Brad Lister, docente presso la Rensselaer Polytechnic University negli Stati Uniti, torna nella foresta pluviale di Luquillo a Puerto Rico dopo 35 anni, e scopre che la popolazione di insetti, fondamentale apporto di cibo per gli uccelli in tutto il parco nazionale montuoso, è crollata. Il colpevole più probabile di gran lunga è il riscaldamento globale. Lo riporta un nuovo studio.

Questi accadimenti sono immensamente preoccupanti anche nella parte antropizzata del mondo. Ma qui le cause non possono essere attribuite con certezza ai cambiamenti climatici: di solito si punta il dito sulla perdita di habitat e sui pesticidi come cause principali, e di solito un'azione decisa su agricoltura biologica e conservazione, ottiene risultati di ripristino piuttosto evidenti e veloci.

Ma ai tropici questo problema è molto pericoloso. Lo studio stesso conclude: "con il continuo riscaldamento del clima, si prevede un aumento della frequenza e dell'intensità degli uragani in Portorico, insieme all'aumento di gravità delle siccità e un ulteriore aumento della temperatura tra i 2,6 e i 7°C entro il 2099, condizioni che tutte insieme possono superare la resilienza dell'ecosistema della foresta pluviale."

Questo è ovviamente molto preoccupante, e qualunque cosa si possa fare per evitare che ciò accada deve ovviamente essere fatta. "Ci siamo accorti che qualcosa non andava nei primi due giorni," dice Brad Lister. "Stavamo guidando nella foresta, e ci siamo domandati: dove sono tutti gli uccelli? Non c'era niente."

"35 anni fa tutti gli oggetti luminosi si ricoprivano di insetti fino a renderli inutili, ora rimangono puliti anche dopo 12 ore nella foresta. È stato un vero collasso delle popolazioni di insetti in quella foresta pluviale," continua Lister, "un fatto molto, molto inquietante."

Gli insetti della Terra hanno una massa 17 volte superiore rispetto agli umani (vedi Razza bastarda) e sono la base della catena alimentare, tanto che gli scienziati sostengono che una discontinuità nel numero degli insetti comporterebbe la catastrofe ecologica. Per cui lo studio di Lister sta creando molta preoccupazione tra gli esperti.

Il lavoro di Porto Rico è uno dei pochi studi che valutano questo problema vitale, ma quelli che esistono sono altrettanto preoccupanti. I numeri di insetti volanti nelle riserve naturali della Germania sono crollati del 75% in soli 25 anni. La scomparsa degli uccelli in una foresta di eucalipti australiani è stata attribuita alla mancanza di insetti causata dalla siccità e dal caldo. Lister e il suo collega Andrés García hanno anche scoperto che il numero di insetti in una foresta in Messico era diminuito dell'80% dagli anni '80.

"Stiamo essenzialmente distruggendo i sistemi di supporto vitale che ci permettono di sostenere la nostra esistenza sul pianeta, insieme a tutte le altre forme di vita sul pianeta," ha detto Lister. "È semplicemente terrificante osservare come stiamo decimando il mondo naturale."

La causa di questo disastro, in un luogo non interessato dalla distruzione dell'habitat e dall'uso di pesticidi, non può che essere il riscaldamento del pianeta. Il numero di periodi caldi, con temperature superiori a 29 gradi centigradi, è aumentato enormemente, passando da zero negli anni '70 fino a qualcosa come il 44% dei giorni odierni.

I dati su altri animali che si nutrono di insetti hanno sostenuto i risultati. Anche le rane e gli uccelli sono diminuiti contemporaneamente di circa il 50% -65%. La popolazione del todo di Portorico, per esempio è calata del 90%.

Il problema è che ci sono stati pochissimi studi sul numero di insetti negli ultimi decenni per servire da base.