Da oggi, sono disponibili, ma cari, i primi assaggi presso Burger King.

Gli hamburger sintetici sono descritti come "il futuro del cibo": carne coltivata in laboratorio ricavata dalle cellule degli animali.

Alla conferenza TED (Technology, Entertainment and Design) che si tiene in questi giorni in streaming in tutto il Nord America, ma soprattutto a New York e Vancouver (Canada), è stata presentata la carne coltivata in laboratorio, che, secondo i tecno-fanatici, sarebbe l'unica speranza per nutrire una popolazione in costante aumento e risolvere problemi ambientali.

Le aziende Beyond Meat e Impossible Foods, hanno offerto a Vancouver un assaggio della loro carne sintetica. Oltre alle due menzionate, ci sono dozzine di aziende che sperimentano lo sviluppo di prodotti a base di carne che prodotta da cellule di animali vivi che "crescono" da sole in laboratorio.

Secondo gli esperti, la carne sintetica sarà disponibile per il grande pubblico entro il 2020 ma, almeno inizialmente, un hamburger costerà una cinquantina di euro. Il cibo del futuro sarà roba da fighetti.

Parecchi milioni di euro sono oggi investiti in progetti che stanno sviluppando metodi per coltivare carne e portarla fino alla produzione di massa, sperando in futuro di ottenere costi di processo più abbordabili di quelli, attualmente, alle stelle.

La chiamano carne coltivata, o carne pulita, per sottolineare il suo basso impatto ambientale. Noi preferiamo chiamarla Frankenburger (vedi Frankenburger, la mucca sintetica). Secondo i tecno-entusiasti, avrà la capacità di trasformare l'agricoltura e il mondo intero.

In effetti il consumo di carne è sotto l'occhio degli attivisti per il clima come una delle cause principali del riscaldamento globale (vedi Meglio le puzzette umane che quelle bovine). L'umanità coltiva una grande quantità di colture solo per nutrire gli animali da carne: nove calorie vegetali che alimentano un pollo generano una sola caloria in carne. Un modo piuttosto inefficiente di creare cibo.

Si stima inoltre che la domanda di carne crescerà tra il 70% e il 100% entro il 2050. Le esigenze alimentari di una popolazione in continua crescita, in un contesto di agricoltura intensiva, non sono sicuramente sostenibili. Per cui il settore dell'agricoltura, ma soprattutto quello della tecnologia, sono alla ricerca di facili scorciatoie: "Non cambieremo la natura umana, quindi dobbiamo solo cambiare la carne," afferma Bruce Friedrich, uno dei genietti che stanno sperimentando Frankenburger.

Questa nuova era della carne sintetica ha poco a che fare con il vegetarismo. I vegetariani non sono interessati per il momento a questi prodotti, anche perché trovarne di disposti a cacciare 45 euro per un panino sarà difficile. Sarà più facile pescare clienti tra gli Hipster.

È inquietante il fatto che a offrire questo tipo di cibo non siano delle aziende agricole, ma startup della Silicon Valley. Una fabbrica di carne pulita ha un aspetto simile a una fabbrica di Coca Cola che a una fattoria. Niente animali, niente piante, e la natura bandita dallo stabilimento.

Da un lato avremo una riduzione notevole di richiesta di terra coltivabile (ogni chilo di carne richiederà il 99% di terra in meno), dall'altro vedremo le aziende agricole tradizionali trasformarsi in fattorie didattiche e dimostrative, in memoria del buon tempo andato.

Nonostante il costo, le alternative alla carne stanno entrando nel mercato di massa. Un panino con salsiccia vegana lanciato a Greggs, una panetteria britannica a gennaio, ha provocato una raffica di titoloni di giornale e un picco negli utili della compagnia.

Nel frattempo, Burger King sta sperimentando il suo Impossible Whopper in 59 ristoranti negli Stati Uniti con l'intenzione di distribuirli in tutto il paese. Il nuovo hamburger vegetariano è prodotto da Impossible Foods, che sviluppa prodotti a base vegetale che replicano sia il gusto che la consistenza della carne reale.

Il suo ingrediente "segreto" si chiama heme, una molecola contenente ferro che viene considerata da alcuni come la responsabile del gusto della carne. Non è un caso che l'offerta sia limitata agli hamburger: il sapore intenso dei condimenti e delle farciture è un buono schermo per la presumibile scarsa qualità della carne.

Fuori dagli USA, ci sono molte aziende che lavorano su carne in laboratorio in Europa, Cina, Giappone e Israele. E le autorità politiche stanno cominciando a recitare la loro parte. A marzo, la Food and Drug Administration degli Stati Uniti ha prodotto un memorandum d'intesa per regolamentare la nascente industria in collaborazione con il Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti.

Nei paesi che hanno problemi di sicurezza alimentare o quelli, come l'India e la Cina, che devono nutrire vaste popolazioni, è probabile che i regolatori incentiveranno le imprese che offrono carne di laboratorio.

Gli immancabili Bill e Melinda Gates, noti finanziatori di facili scorciatoie che si trasformano in mostri tecno-chic (vedi FAO: agroecologia contro fame e cambiamento climatico), sono in prima linea nel finanziare l'agricoltura cellulare. Già questo fatto dovrebbe essere sufficiente a farci dubitare.