Dietro il crack della Bio-on ci sono le aspettative esagerate degli investitori nei confronti della tecnologia e un po' di miti da sfatare sulla bioplastica.

L'amministratore delegato italiano di Bio-on arrestato nell'ambito dell'inchiesta "Bolle di plastica".

Il vertice della Bio-on è stato azzerato questo mercoledì, in un'inchiesta per falsa contabilità e manipolazione del mercato.

Durante una conferenza stampa a Bologna, un inquirente ha dichiarato che l'amministratore delegato e presidente della Bio-on Marco Astorri era stato posto agli arresti domiciliari nell'ambito dell'indagine sulle cosiddette "bolle di plastica".

Il co-fondatore Guido Cicognani e il capo revisore dei conti Gianfranco Capodaglio sono stati inoltre esclusi dall'esercizio della loro professione, e altre sei persone sono sotto inchiesta.

Il 60% del capitale della società, detenuto dai fondatori, era già stato sequestrato, e il tribunale è stato incaricato di sostituire il vertice aziendale della società con sede a Bologna.

I pubblici ministeri avevano aperto un'indagine a luglio sulla presunta manipolazione del mercato dopo che il fondo statunitense Quintessential Capital Management aveva accusato la società di bioplastiche di irregolarità contabili.

Bio-on afferma di aver sviluppato un processo per la produzione di plastica biodegradabile dai rifiuti agricoli. Dopo le accuse di Quintessential, la società italiana aveva querelato il fondo di investimento.

Quintessential, assieme a numerosi altri fondi, avevano fatto scommesse ribassiste sul titolo della startup della bioplastica. Secondo la Consob, tra questi fondi vi sarebbero Engadine Partners, Ennismore Fund Management e Think Investments.

In una dichiarazione di mercoledì, la Guardia di Finanza ha affermato che dalle indagini risulterebbe che gran parte dei ricavi registrati nei conti della società dal 2015 al 2018 sarebbero falsi, mentre parte dei ricavi generati dai brevetti licenze di due joint venture create nel 2018, erano il risultato di transazioni fittizie.

Il pubblico ministero ha accusato Astorri di aver fornito informazioni false per indurre in errore gli investitori e aumentare le quotazioni delle azioni Bio-on.

La società, che valeva oltre 1 miliardo di euro prima che Quintessential rivelasse le sue accuse, ha oggi una capitalizzazione di mercato inferiore a 200 milioni di euro. Il mercato azionario di Milano ha dichiarato mercoledì che le azioni Bio-on sono state sospese dalla negoziazione.

Il business di Bio-on è ufficialmente produrre materie plastiche ecocompatibili per l'industria agroalimentare, del design e dei cosmetici. Si tratta di bioplastiche biodegradabili realizzate attraverso la fermentazione batterica dei residui della barbabietola da zucchero e della canna da zucchero. Una tecnica di produzione coperta da centinaia di brevetti.

Ma la magistratura sembra voler farci capire che il vero affare dell'azienda potrebbe essere lucrare sulle quotazioni di borsa. Una società che vale 100 volte il proprio fatturato suscita in effetti parecchie perplessità da parte degli operatori di borsa. E quella era la quotazione di Bio-on solo qualche giorno fa.

È impossibile trovare termini di paragone sensati. Non si conoscono società quotate impegnate nella stessa attività di Bio-On. Se pensiamo a società sopravvalutate, ci viene in mente Netflix, che al Nasdaq ha messo a segno performance paragonabili a quelle di Bio-On.

Ma la capitalizzazione di Borsa di Netflix, che a molti già sembra un'esagerazione, è pari a 10 volte i ricavi, non a 100 volte. Spotify, per esempio, ha un valore di Borsa di 9,4 miliardi di dollari, pari a una vola e mezza i ricavi del 2018.

Come ogni gallina dalle uova d'oro, il business della bioplastica attira numerosi investitori alla caccia di soldi facili. In realtà, il settore delle bioplastiche è un pericolo non solo per i risparmi degli investitori, ma spesso anche per l'ambiente.

Le bioplastiche possono infatti causare danni ingenti se finiscono nel posto sbagliato. Anche quelle biodegradabili possono impiegare anni per sciogliersi nel mare, e nel frattempo possono causare molti problemi, per esempio essere scambiate per cibo e ingerite oppure intrappolare gli animali.
Ma le perplessità maggiori sulle bioplastiche è che possano incoraggiare la cultura dell'usa e getta, semplicemente sostituendo la plastica da petrolio con un materiale bio-magico che risolva i problemi di inquinamento.

Come abbiamo già detto, la cara e vecchia plastica da petrolio è un prodotto tutt'altro che disprezzabile, anche in ottica circolare: è riciclabile e spesso riutilizzabile. Il suo problema sta nella sua diffusione e nei costi di raccolta, che rendono non conveniente qualsiasi utilizzo diverso dal lasciarla defluire verso il mare.