Sono sempre maggiori i segnali di insofferenza dei consumatori verso le barbare usanze consumistiche legate al genetliaco di Gesù Cristo. Anche quest'anno meno spese, sia per spilorceria che per attenzione all'ambiente.

Due sondaggi, in due diversi luoghi d'Europa, mostrano tendenze simili di sobrietà e preoccupazione per il futuro.

Non sono solo le festività pagane come il Black Friday (vedi Francia: legge contro il Black Friday) a essere sotto accusa: anche feste più religiose e radicate nella cultura occidentale, come il Natale, sono oggetto di riflessione tra gli ambientalisti, e oggi anche presso il pubblico mainstream.

In Regno Unito, il 62% dei consumatori ritiene che il Natale sia negativo per il pianeta, secondo un nuovo sondaggio, commissionato da Beyond the Box, l'associazione che promuove il riciclo del cartone, e pubblicato da n4mummy.

Cumuli di imballaggi di regali, masse di cibo non consumato, ore bloccati nel traffico per fare acquisti di Natale: non è facile essere ecologici, soprattutto in questo periodo dell'anno. Il 45% spera ancora di poter rendere la festa del solstizio di quest'anno più sostenibile, ma il 25% afferma che non è possibile avere un Natale ecologico.

Lo studio ha dimostrato che la sostenibilità del Natale rappresenta una delle maggiori priorità per il 38% e, di conseguenza, un terzo valuterà se l'imballaggio del presente è riciclabile e un numero simile penserà a dove è stato realizzato l'articolo.

Più di un terzo intende evitare attivamente gli imballaggi in plastica, il 30% utilizzerà carta da imballaggio riciclabile e il 44% prevede di ridurre al minimo gli sprechi alimentari. Tre su 10 daranno solo regali che saranno utili al pianeta in qualche modo, ad esempio acquistando prodotti Fairtrade o facendo donazioni in beneficenza.

N4mummy raccoglie suggerimenti di molte donne per un Natale all'insegna della sobrietà: tra questi citiamo il riutilizzo di vecchie decorazioni dell'anno scorso, il tenere una borsa riutilizzabile o una scatola di cartone con te durante lo shopping. O ancora, l'uso di un timer in modo che le luci decorative si accendano solo quando è buio, o riutilizzare le scatole di consegna in cartone per avvolgere i regali più grandi e poi riciclarli in seguito.

In Italia, paese certamente più arretrato rispetto al Regno Unito, a dispetto di Boris Johnson, i pensieri dei consumatori non riguardano il nostro pianeta, ma la politica, l'economia, e il fisco. Il sondaggio di Natale, commissionato da Confesercenti a SWG sui consumatori italiani per le prossime festività, rivela un'attenzione volta principalmente al portamonete.

Un italiano su tre taglia le spese per i regali (il budget medio si restringe a 272 euro a persona, -4,4%). Ma lo fa per sparagnare, non per conservare l'ambiente. Crolla il timore dello spread: gli italiani preoccupati per i conti pubblici passano dal 19 al 9%. Ma il 53% degli italiani (+6%) ammette di avere difficoltà ad arrivare a fine mese. Grande l'incertezza sul futuro, soprattutto per ciò che riguarda la situazione economica dell'Italia (preoccupante per il 42% degli intervistati) e sulle prospettive per i giovani (35%). In aumento (dal 23 al 26%) anche le preoccupazioni per le tasse. Clamorosamente bassi, invece, i pensieri per criminalità (dal 26 al 24%) e immigrazione (dal 19 al 18%), nonostante il pompaggio dei social tramite fake-news.

Dicevamo che c'è scarsa attenzione per l'ambiente: la quota che inserisce l'inquinamento tra i fattori di preoccupazione passa dal 30 del 2018 al 36% di quest'anno, ma è rilevante il contrasto con i consumatori britannici (62%).

Sarà per taccagneria, sarà per ecologismo, ma il Natale sembra comunque non entusiasmare nemmeno gli italiani: il 32% degli italiani progetta di spendere meno dello scorso anno, contro un 11% che invece è intenzionato a spendere di più. Il risultato è una leggera riduzione della spesa media per i regali, che passa da 285 a 272 euro per persona.