Da tempo non ci si chiede più se potremo alimentare il mondo a rinnovabili, ma quando questo potrà avvenire. I poteri forti, escluso qualche nostalgico aggrappato al gabinetto Trump, sembrano puntare tutto sulle rinnovabili.

Il denaro investito in energie rinnovabili ha l'aspetto di un fiume in piena. E i risultati stanno ripagando gli sforzi.

Sono passati pochi anni da quando si riteneva impossibile la transizione a un'economia non basata sul petrolio. Solo recentemente, qualcuno è arrivato a ipotizzare di poter alimentare l'intero pianeta a rinnovabili (vedi È possibile un mondo a rinnovabili?).

Gli enormi passi avanti fatti dall'infrastruttura rinnovabile ( Eolico: nuovo record di produzione giornaliera - Record di potenza installata rinnovabile) stanno confermando queste visioni, sempre meno timide. Di fatto, non ci si chiede più se le risorse di energia rinnovabile potranno alimentare la nostra economia futura, ma piuttosto quanto velocemente ci arriveremo.

Nonostante la politica di Trump e dei potentati economici che lo sostengono, possiamo dire con ragionevole certezza che la sfida per l'energia pulita sarà vinta, grazie a una serie di fattori economico finanziari che hanno l'aspetto di un'inarrestabile fiume in piena.

Forse la prova più appariscente della transizione verso l'energia pulita è il denaro. Il Bloomberg New Energy Finance (BNEF) riferisce che "Le fonti energetiche rinnovabili rappresenteranno quasi i tre quarti degli 8.300 miliardi di euro che il mondo investirà in nuove tecnologie energetiche da qui al 2040 (Figura 1)."

Limitandosi alla regione Asia-Pacifico (comprese le economie cinese e indiana), secondo BNEF le energie rinnovabili rappresenteranno oltre il 60% dei nuovi investimenti energetici, contro solo il 10% della produzione di carbone e gas.

Parlando di finanza, il mercato delle obbligazioni verdi, titoli di investimento di progetti con benefici ambientali o climatici, è salito alle stelle: 126 miliardi di euro in tutto il mondo nel 2017, in crescita del 78% rispetto all'anno precedente, grazie soprattutto a Stati Uniti, Cina e Francia. Gli esperti di finanza prevedono una crescita esponenziale ulteriore nel 2018 e calcolano una quota di 800 miliardi entro la fine del 2020.

I limiti tecnici per l'adozione delle rinnovabili sono forti, ma di fronte a questa montagna di denaro è probabile che saranno schiacciati. I limiti economici, molto pressanti fino a pochi anni fa, sono abbattuti ogni giorno in modo clamoroso: il Rocky Mountain Institute ha progettato un impianto solare da 3 MW nel Nuovo Messico che venderà energia al di sotto di 4,5 centesimi di dollaro (0,036€) per kilowattora.

Le offerte per l'energia eolica in Colorado hanno un prezzo medio di 1,8 centesimi per kilowattora (0,014€), e quelle per il solare si attestano a 2,95 centesimi per kilowattora (0,023€). Anche aggiungendo i costi per le batterie, che consentono alle fonti rinnovabili di essere fruite 24 ore su 24, il prezzo medio del vento è di 2,1 centesimi per chilowattora e il prezzo solare medio è di 3,6 centesimi per kilowattora. Si tratta di risparmi enormi rispetto alle energie fossili.

La spinta economica non si ferma al volume degli investimenti e al costo del kilovattora: c'è una grande tendenza ad acquistare energia pulita per fini pubblicitari, per fare greenwashing, o semplicemente perché 'fa fico'. Nell'ultimo anno, aziende high-tech come Google e Facebook e aziende industriali pesanti come Cummins e General Motors acquistano molto forte sul mercato delle rinnovabili, sperando di lenire parzialmente, almeno negli occhi dei loro clienti, il loro grande impatto energetico.

Oltre al denaro, anche la tecnologia sembra voler affrettare la fine dei combustibili solidi. Il motore a combustione interna sembra di fronte alla fine. Nell'ultimo anno, i governi di Cina, India, Francia, Gran Bretagna, Norvegia (persino il governo di cuor-di-leone Gentiloni!) hanno annunciato di prendere in considerazione il divieto di auto a gas e diesel (vedi Fine di auto e furgoni a combustibili fossili dal 2040). Oltre ai divieti proposti al motore a combustione interna (ICE), diversi paesi stanno creando obiettivi di vendita ufficiali per i veicoli elettrici (EV), tra cui Irlanda, Giappone, Corea e Spagna.

Il settore privato è pronto a svolgere un ruolo importante nel catalizzare il passaggio a veicoli a basse emissioni di carbonio. Alla Detroit Auto Show del 2018, Ford ha annunciato che prevede di far crescere il suo investimento in veicoli elettrici a 11 miliardi di dollari (9 miliardi di euro) entro il 2022, quasi un aumento del 250% rispetto ai piani iniziali per il 2020. La General Motors da sola prevede di portare sul mercato 20 nuovi modelli elettrici di batterie e celle a combustibile entro il 2023.

Gli stessi giganti del petrolio e del gas stanno facendo la loro parte nel progettare un mondo a basse emissioni di carbonio con nuovi investimenti in società di energia rinnovabile e nuove iniziative sul clima in seguito alle pressioni dei principali azionisti.

Il mese scorso, la Shell ha annunciato un investimento fino a $ 217 milioni di dollari (176 milioni di euro) in una società solare. "Questa joint venture fa parte della nostra nuova strategia energetica e offre ai nostri clienti statunitensi ulteriori opzioni di energia solare rinnovabile," ha dichiarato Shell in un comunicato. Solo un mese prima, BP aveva annunciato il suo piano di investire 160 milioni di euro in un importante azienda solare europea. Sono ancora cifre piccole per questi giganti, ma la tendenza sembra tracciata.

Il cambiamento climatico rappresenta però ancora una minaccia. Il 2017 è stato classificato come l'anno più caldo dal 1880, e l'amministrazione Trump continua a "smantellare gli sforzi per combattere i cambiamenti climatici."