Secondo gli scienziati, lo strato di ozono non si sta ancora ristabilendo nelle aree popolate.

Mentre il buco sull'Antartide si sta chiudendo, l'ozono protettivo si assottiglia alle latitudini più basse, dove la luce del sole è più forte e vivono miliardi di persone.

Secondo alcuni scienziati, lo strato di ozono che protegge le persone dalle radiazioni ultraviolette del sole non si sta ricostituendo nella maggior parte delle regioni altamente popolate. Le maggiori perdite di ozono si sono verificate in Antartide, ma lì il buco si era chiuso poiché le sostanze chimiche che avevano causato il problema sono state bandite dal protocollo di Montreal. Ma lo strato di ozono avvolge l'intera Terra e nuove ricerche hanno rivelato che si sta assottigliando nella stratosfera inferiore nelle aree non polari. La riduzione della protezione dai raggi UV cancerogeni è particolarmente importante all'equatore, dove la luce solare è più forte e dove vivono miliardi di persone. Il motivo dell'ozono calante alle latitudini più basse non è noto.

Lo studio è stato effettuato nelle latitudini inferiori e medie, dove la luce del sole è più intensa, e dove sono più frequenti i casi di cancro della pelle. Sebbene il protocollo di Montreal abbia conseguito i risultati sperati, vi sono altrettanti dubbi e perplessità. Per identificare quali azioni potrebbero essere necessarie per prevenire ulteriori diminuzioni, è estremamente importante capire che cosa stia causando la tendenza al ribasso osservata. Secondo gli scienziati servono più soldi per il monitoraggio via satellite.

La nuova meta-ricerca, pubblicata sulla rivista Atmospheric Chemistry and Physics, ha accuratamente combinato le misurazioni dell'ozono atmosferico da 11 diversi set di dati per produrre un quadro degli ultimi 30 anni. Sono stati esaminati i livelli di ozono tra il 60° parallelo, un'area che va dalla Scandinavia, dalla Russia e dall'Alaska fino alla punta del Sud America.

La stratosfera si estende da 10 km sopra la Terra a 50 km e l'ozono sta lentamente salendo nella parte superiore, verso i livelli osservati prima che i prodotti chimici della CFC causassero il loro danno. Ma nella bassa stratosfera, dove c'è più ozono, i livelli sono in calo. Nel complesso, gli effetti si compensano, ma questo significa che lo strato di ozono sull'area studiata è rimasto scarso.

La causa del declino è sconosciuta, ma potrebbe essere il risultato del riscaldamento globale. L'ozono è prodotto da reazioni chimiche nell'atmosfera all'altezza dei tropici, e quindi distribuito verso i poli da ampie correnti di circolazione d'aria. Ma le tendenze al riscaldamento potrebbero rafforzare queste correnti, spostando più ozono verso i poli e lasciandone meno alle basse latitudini.

Un altro sospetto sono le cosiddette sostanze a vita breve (VSLS) - sostanze chimiche industriali che distruggono l'ozono. Si credeva che si abbattessero troppo rapidamente per poter raggiungere la stratosfera, ma queste teorie dovranno essere riesaminate.
Una ricerca pubblicata a luglio da Ryan Hossaini, presso la Lancaster University, nel Regno Unito, ha dimostrato che i livelli di un VSLS chiave, chiamato dicolorometano e utilizzato negli svernicianti e negli spray aerosol, sono raddoppiati nell'ultimo decennio.

Non si tratta di una sostanza vietata dal protocollo di Montreal e non si sa molto da dove proviene o perché le emissioni siano aumentate così rapidamente. Il risultato di un calo dell'ozono a latitudine ridotta è sorprendente, poiché i attuali migliori modelli di circolazione atmosferica non prevedono questo effetto. Le sostanze a vita breve potrebbero essere il fattore mancante in questi modelli.

Secondo alcuni esperti, le concentrazioni di VSLS nell'atmosfera sono troppo basse per spiegare l'ozono che cala nella bassa stratosfera. Questo lavoro, comunque, evidenzia chiaramente che ci sono ancora domande senza risposta riguardo alle cause dei cambiamenti a lungo termine nell'ozono stratosferico.