Quello che succede nell'Artico non rimane nell'Artico. Quando il clima attorno al polo nord è insolitamente caldo, un clima invernale estremo è da due a quattro volte più probabile nelle zone bagnate dall'Oceano Atlantico del nord, secondo una nuova ricerca.
Una ricerca correla il riscaldamento nella zona artica al freddo eccezionale nel medio Atlantico. Non è chiaro il rapporto causa-effetto, ma il legame c'è.
È troppo presto per dire se il riscaldamento dell'Artico sta causando questi gravi fenomeni di freddo e, in caso affermativo, con quale precisione. Ma
uno studio pubblicato su Nature Communications mostra come i cambiamenti climatici globali possano avere effetti a catena a livello locale, a casa nostra.
I ricercatori hanno analizzato una varietà di dati atmosferici nell'Artico, nonché il rigido clima invernale in 12 città degli Stati Uniti dal 1950 al 2016. Dal 1990, quando l'Artico si è riscaldato e ha perso ghiaccio, freddo estremo e neve pesante in inverno sono stati da due a quattro volte più frequenti negli Stati Uniti orientali e nel Midwest, mentre negli Stati Uniti occidentali la loro frequenza è diminuita.
Lo studio mostra che potrebbe esserci
una correlazione, non un nesso causale diretto, tra il riscaldamento dell'Artico e gli inverni rigidi negli Stati Uniti e in Europa occidentale. E non mostra come esattamente i due sono collegati, quindi non aggiunge molto a ciò che gli scienziati già sapevano, secondo diversi esperti.
L'Artico si sta riscaldando a ritmi senza precedenti e il ghiaccio marino si sta sciogliendo. Allo stesso tempo, in Nord America, Europa e Asia sono aumentati fenomeni di freddo estremo e abbondanti nevicate. Quindi c'è un forte dibattito nella comunità delle scienze del clima su come, se non del tutto, il cambiamento dell'Artico potrebbe essere alla guida di questi fenomeni estremi nell'emisfero settentrionale.
Inoltre, non è chiaro se l'aumento delle condizioni meteorologiche estreme si verifichi naturalmente o a causa dei cambiamenti climatici. Il documento di oggi non dimostra che l'Artico è responsabile, quindi non chiude il dibattito, secondo alcuni esperti.
I meccanismi in gioco sono ancora un mistero, e i modelli climatici non supportano davvero l'ipotesi di una causa effetto. Lo studio è esclusivamente basato su osservazioni. In meteorologia, è davvero difficile districare la causa dall'effetto.
Le osservazioni da sole non sono sufficienti per collegare eventi meteorologici estremi ai cambiamenti climatici, specialmente se si verificano su un'area regionale per un periodo di tempo relativamente breve. Per questo, ci sarebbe bisogno di modelli più precisi di quelli utilizzati, e di tempi di osservazione molto maggiori.
Quest'anno, gli Stati Uniti orientali hanno visto temperature basse da record, con gravi inondazioni nel Massachusetts. Il freddo eccezionale ha spinto Donald Trump a sconfessare le teorie del riscaldamento globale. In realtà, gli scienziati sostengono che
questo è esattamente il tipo di meteo che ci si aspetterebbe in un mondo di riscaldamento.
Per esempio, le maggiori nevicate nel Medio Atlantico sono in parte dovute alle temperature oceaniche più calde e alle più forti tempeste costiere, che producono picchi nevosi maggiori.
Lo studio di oggi si concentra sull'Artico come principale colpevole per il clima invernale estremo. Ricerche precedenti hanno suggerito che il riscaldamento dell'Artico potrebbe disturbare il vortice polare, un anello di aria fredda vorticosa che circonda il Polo Nord.
Se pensiamo al vortice polare come a un fiume, dice il coautore dello studio Judah Cohen, climatologo e direttore delle previsioni stagionali per Atmospheric and Environmental Research, il flusso veloce di questo fiume blocca l'aria fredda sopra l'Artico. Se l'Artico si riscalda, specialmente in alcune aree come i mari di Barents-Kara, a nord dell'Europa e della Russia, questo fiume si ferma, permettendo al gelo dell'Artico di fluire verso sud, dice Cohen.
Lo studio, come detto, mostra solo che c'è un legame tra il cambiamento dell'Artico e i fenomeni di freddo nel medio atlantico, ma non mostra che uno causi l'altro, né quale. I modelli climatici non confermano che il riscaldamento dell'Artico stia, di fatto, provocando questi estremi invernali in Europa e negli Stati Uniti, quindi potrebbero esserci altri meccanismi in gioco.
L'intero dibattito mostra quanto ancora non sappiamo dei complicati meccanismi con cui i cambiamenti climatici potrebbero devastare il nostro pianeta. Rimane inequivocabile il fatto che l'Artico si sta riscaldando e stia perdendo il suo mare ghiacciato. Questo studio mostra che i sistemi climatici sono interconnessi, quindi i cambiamenti nell'Artico potrebbero comportare effetti altrove. Quello che succede nell'Artico non rimane nell'Artico.