Il 2018 è "un anno molto impegnativo" per l'industria del rottame. Lo sostengono i riciclatori di metalli, preoccupati, ma non troppo.

La severa regolamentazione cinese alle importazioni di rottami sta ridisegnando la mappa modiale del riciclo delle principali materie prime. Anche per quanto riguarda i metalli, tutto si basa su quanto reggeranno i paesi-cuscinetto, prima dell'adeguamento dei mercati interni dei paesi OCSE.

Decisioni politiche stanno influenzando le dinamiche del commercio di rottami in modo irreversibile. Molti trasformatori di metalli misti stanno spostando le operazioni dalla Cina ai paesi ASEAN (in inglese: Association of South-East Asian Nations, in italiano Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico, l'organizzazione politica, economica e culturale di nazioni situate nel Sud-est asiatico) e nel sub-continente indiano.

La questione chiave è la velocità e la misura in cui queste altre nazioni seguiranno l'inevitabile approccio normativo cinese alle importazioni. Inevitabile perché giustificato dalla necessità di far partire il mercato interno e di evitare che queste nazioni diventino la discarica del mondo, necessità che presto o tardi saranno in capo a India, Pakistan e Sud-est asiatico, come lo sono state per la Cina. Quello che succederà nel 2018 è davvero cruciale per disegnare la geografia mondiale del riciclo.

Michael Lion, presidente del Consiglio internazionale del commercio del BIR (Bureau of International Recycling), oltre che imprenditore a capo della Everwell Resources Ltd, azienda di riciclo cinese, ha distinto gli aspetti politici da quelli legislativi in relazione alla faccenda delle importazioni cinesi: mentre i primi sono destinati a essere risolti a un certo punto, le questioni normative in Cina sono "di tipo definitivo e non negoziabile", ha sottolineato. La Cina sta cercando di sviluppare più rapidamente la propria industria del riciclaggio interna e le raccolte nazionali sono destinate a crescere "in modo esponenziale", ha sottolineato.

Tra gli aspetti positivi dei recenti sviluppi normativi, il vice presidente senior della divisione Metalli non ferrosi BIR, Dhawal Shah di Metco Marketing (India), ha confermato che il governo indiano ha allentato il proprio approccio esentando rifiuti e rottami metallici (triturati e non frantumati) provenienti da Stati Uniti, UE, Canada, Nuova Zelanda e Australia, dai requisiti del certificato di ispezione pre-imbarco, a condizione che le spedizioni siano effettuate attraverso i porti di Chennai, Tuticorin, Kandla, JNPT, Mumbai o Krishnapatnam. Questa agevolazione è in linea con la spinta del governo indiano a facilitare gli affari e "dovrebbe abbattere i costi", sostiene Shah.

Le crescenti difficoltà nel trasporto di rottame in alcune parti del mondo hanno innescato investimenti di riciclaggio in molti paesi esportatori. I venditori di attrezzature di riciclo e riutilizzo sono molto contenti in questo momento: "alcuni venditori hanno ordini prenotati fino alla metà del 2019", ha osservato Andy Wahl, vicepresidente della società statunitense TAV Holdings Inc.

Josep Berdejo, del gruppo metallurgico La Farga in Spagna, non prevede una carenza a breve termine di rottame di rame in Europa, ma, guardando a un futuro più lontano, ha sostenuto che l'aumento dell'estrazione urbana dei metalli "non sarà facile" e che c'è bisogno di nuovi metodi di smistamento e di "maggiori investimenti nel settore del riciclo dei metalli."