L'importanza della formazione e del rapporto di fiducia con i lavoratori nel settore dei rifiuti sta crescendo. Non più spazzini, o peggio operatori ecologici, ma tecnici specializzati in operazioni e macchine complesse.

Come si evolve il lavoro nel settore dei rifiuti, sotto la spinta dell'innovazione tecnologica.

Quello dei rifiuti è un settore economico molto particolare. Si lavora in un contesto legislativo moto cogente e burocratizzato, una risposta dello Stato alle infiltrazioni delle organizzazioni malavitose che storicamente usano i rifiuti come mezzo per produrre reddito o riciclare denaro sporco.

Inoltre, gli operatori sono costretti a lavorare con margini economici ridottissimi, che rendono le economie di scala particolarmente rilevanti. Un autotreno che attraversa l'Italia carico di rifiuti genera un valore aggiunto di poche centinaia di euro: se lo paragoniamo al valore generato da un carico di prodotti alimentari, come forme di formaggio grana, o prosciutti, oppure di prodotti informatici, o di autovetture, ci rendiamo conto quanto grande debba essere l'attenzione a minimizzare i costi, perché, spostando una virgola, si passa dall'utile alla perdita in un baleno.

Un'altra caratteristica è che spesso si lavora con gli enti pubblici, con contratti spesso poliennali, che prevedono investimenti notevoli e sono spesso terreno di coltura di malaffare. In questa nicchia, riescono a prosperare le multinazionali del settore, in grado di dialogare con la politica ai massimi livelli e di affrontare corposi investimenti, o le organizzazioni criminali di cui sopra, più a loro agio con la gestione del malaffare.

Le piccole e medie aziende, ossatura dell'economia italiana, faticano a trovare il loro ruolo in queste condizioni. Ma, via via che ci si allontana dal pubblico, e si affrontano problemi di tipo industriale, le PMI si rivelano una struttura vincente, in grado di risolvere con velocità e prezzo concorrenziale problemi che i mastodonti faticano a padroneggiare.

Il lavoro in questo tipo di aziende è storicamente bistrattato. Quando una categoria vede cambiare la propria nominazione con termini 'politically correct', significa che c'è un problema di reputazione da risolvere, e cambiare parole non serve assolutamente a nulla, se non a rendere ridicola una categoria.

Così la rinominazione dalla categoria degli 'spazzini' nella ridicola locuzione 'operatori ecologici' ha mascherato di pietà un cambiamento che effettivamente stava avvenendo nella categoria, che progressivamente ha abbandonato le operazioni manuali di spazzatura, divenendo una categoria di operatori con macchine anche molto complicate.

È un lavoro ancora molto fisico, ma che ha comportato molti cambiamenti nel personale. Oggi il profilo di età e di formazione di questi lavoratori è molto più alto che nella maggior parte degli altri settori. E questo ha definitivamente spazzato via la sensazione che lavorare nel settore dei rifiuti e del riciclaggio sia in qualche modo un imbarazzo, se amici o vicini di casa scoprono cosa fanno per vivere.

Questo cambio di mentalità sta attraendo più giovani nel nostro settore. Stanno affluendo nel settore giovani più intelligenti, istruiti e preparati. Questo fatto, a livello di gestione della flotta macchine aziendali, è un aspetto critico.

Passeggiando nelle fiere di settore, come Ecomondo, possiamo notare come l'attrezzatura che utilizziamo è sempre più sofisticata e complessa. I corsi di formazione sul lavoro sono essenziali per mostrare sia ai nuovi assunti sia al personale esistente come dovrebbe essere svolto il lavoro, e fatto in modo sicuro ed efficiente.

Per fare un paragone, affidereste la vostra Ferrari nuova (sempre che abbiate la possibilità e la voglia di comprarvene una) per scorrazzare per le strade trafficate della città tutto il giorno, a un autista di cui non avete verificato attentamente la competenza di guida e l'onestà? E senza dargli alcuna istruzione? Ecco: un camion nuovo attrezzato, di una qualsiasi azienda di raccolta rifiuti, costa più o meno come una nuova Ferrari, e, se non si seguono rigorosamente i protocolli di sicurezza, è altrettanto pericoloso per l'incolumità di chi la usa.

Ma allo stesso tempo, è essenziale rimarcare che i lavoratori manuali nel nostro settore sono l'interfaccia con i clienti dei rifiuti industriali. Alcune aziende, come quelle che fanno la raccolta dell'olio minerale usato, usano il sistema della 'tentata raccolta', incaricando gli operatori di organizzare autonomamente il completamento del giro di raccolta quotidiano, a partire dalla bozza fornita dall'azienda. In questo modo, si comportano sia da operai, che da autisti, che da agenti di commercio.

Sicuramente, in queste situazioni, è fondamentale formarsi in quelle che vengono chiamate "abilità interpersonali", forse più che nelle abilità tecniche. In altre parole, è opportuno formare il personale nel creare una buona impressione e, altrettanto importante, a evitare e risolvere i conflitti.