Le scosse telluriche della politica in Spagna e in Italia di questi giorni potrebbero portare buone notizie per il clima. Svolta verde, forse, ma appesa a un filo.

Il presidente del consiglio Conte promette di accelerare la decarbonizzazione dell'Italia, forte del sostegno del movimento 5 Stelle, mentre Teresa Ribera, ambientalista autentica, ottiene un ruolo di primo piano nel governo di Pedro Sánchez. Ma tutto si basa su un equilibrio estremamente precario.

Giuseppe Conte, il professore di diritto chiamato a guidare la coalizione populista italiana, ha promesso nel suo discorso inaugurale martedì di accelerare la decarbonizzazione dell'economia.

Nonostante la presenza nella coalizione di governo della Lega, partito di destra xenofobo tradizionalmente estraneo alle tematiche ambientali, il Movimento 5 Stelle potrebbe imporre all'esecutivo un forte accento sull'economia verde.

Il pericolo che siano solo parole è grande, ma per ora non c'è motivo per dubitare delle intenzioni del presidente del consiglio. Chiaramente il mondo si aspetta dal nuovo governo che metta in piedi in tempi strettissimi una strategia credibile e passi rapidamente all'attuazione. In caso contrario, non dobbiamo attenderci naturalmente niente di buono.

Sette stati membri dell'UE hanno lanciato una campagna per aumentare l'obiettivo climatico 2030, in linea con l'accordo di Parigi. Sostenere quell'iniziativa potrebbe essere un buon primo passo per il nuovo governo a dimostrare le sue credenziali climatiche.

In Spagna, invece, assistiamo all'insediamento del nuovo primo ministro Pedro Sánchez, che ha nominato l'attivista del clima Teresa Ribera a guidare un nuovo super-ministero che comprende energia e ambiente.

Ribera aveva precedentemente ricoperto il ruolo di segretario di stato per il cambiamento climatico nel periodo 2008-11. Da allora, è stata direttrice dell'Istituto per lo sviluppo sostenibile e le relazioni internazionali (Iddri) a Parigi e ha fatto parte del consiglio di amministrazione di diverse organizzazioni legate al clima. È nota come sostenitrice dell'energia pulita e della cooperazione internazionale sui cambiamenti climatici.

Laurence Tubiana, francese, tra gli autori del testo dell'Accordo di Parigi, e l'ex primo ministro della Nuova Zelanda Helen Clark sono state tra le prime a congratularsi con lei per la nomina.

Sulla base del suo percorso personale, ci si può aspettare che Ribera promuova una transizione più rapida dai combustibili fossili alle energie pulite. Membro del Partito socialista operaio spagnolo (PSOE), Ribera aveva in precedenza criticato il governo destituito di Rajoy per la sua resistenza alla chiusura delle centrali a carbone. "C'è ancora un'incredibile inerzia sul tema del clima", aveva detto a novembre 2017.

Purtroppo, Sánchez non ha la maggioranza in parlamento, il che potrebbe limitare la capacità del suo governo di effettuare cambiamenti consistenti. Il cambio di governo spagnolo non nasce infatti da una consultazione popolare, ma da un voto di sfiducia nei confronti dell'ex premier Mariano Rajoy il 1° giugno, dopo che importanti membri del suo partito erano stati condannati per corruzione.

La sensazione è dunque che Conte e Sànchez non abbiano le mani abbastanza libere per svolgere il loro lavoro, e che quindi le mini-svolte italiana e spagnola resteranno lettera morta.