Le evoluzioni di un avventuriero del fracking USA rappresentano la realtà di un settore che, tra mille fluttuazioni, non è mai riuscito a decollare.

Storia di Floyd Wilson, l'amministratore delegato di Halcòn, ennesima società di fracking che ha bruciato miliardi di dollari di sprovveduti investitori, blanditi con sempre maggiori promesse di ricchezza.

L'anno scorso la compagnia di fratturazione Halcón Resources ha annunciato una nuova strategia che è stata salutata come la via verso i profitti per la società petrolifera shale in difficoltà. La compagnia aveva venduto la sua partecipazione nei giacimenti petroliferi di Bakken per raddoppiare l'area estrattiva presso lo scisto permiano in Texas. All'epoca, la Reuters aveva promosso l'accordo come una "svolta sorprendente" per l'amministratore delegato Floyd Wilson, e la buona notizia aveva immediatamente fatto salire il prezzo delle azioni di Halcón del 35%.

"La vendita dei nostri asset gestiti da Williston Basin trasforma Halcón in una società focalizzata sul bacino del Delaware, dove abbiamo oltre 41.000 ettari", aveva detto Wilson in una nota. Stava facendo il suo passo e gli investitori hanno risposto.

Tuttavia, la mossa faceva parte di una formula abbastanza consueta per l'industria dello scisto, che utilizza la perforazione orizzontale e la fratturazione idraulica (fracking) per estrarre petrolio e gas dalle formazioni di scisto: È una formula semplice che Wilson usa: prendi in prestito un sacco di soldi, diffondi la notizia di aver scoperto un grosso giacimento di petrolio, cerca di produrre più petrolio possibile anche in perdita, aumenta il prezzo delle azioni e prova a vendere l'azienda.

Come sottolinea l'articolo di Reuters, l'obiettivo finale di Wilson è creare entusiasmo sul potenziale dei suoi pozzi del bacino Permiano e poi vendere Halcón al massimo valore, proprio come ha fatto con altre società di scisti: "Concentrarsi sul bacino Permiano potrebbe aiutare Wilson a realizzare il suo sogno di vendere Halcón al miglior offerente."

Wilson si è fatto un nome nel settore facendo esattamente questo ben tre volte. Vendette Hugoton Energy al gigante del Chesapeake Energy con grandi profitti, cedette la compagnia 3TEC a Plains Exploration & Production e poi vendette la sua azienda Petrohawk al gigante dell'energia BHP. Quest'ultima vendita, in particolare, fu molto proficua.

Un individuo del genere, da noi sarebbe tenuto alla larga come uno che rifila bidoni, ma nel mondo del petrolio funziona diversamente: là chi fa i soldi è una persona rispettata, e questo gli ha spianato la strada con Halcón.

La storia di Wilson e Halcòn è tutt'altro che una storia di successi, anzi, è tutta una serie di fallimenti e di rilanci a suon di debiti. Dal 2013 a oggi sono volati miliardi di dollari di prestiti, nonostante gli investimenti fallimentari: Utica, Tuscaloosa Marine Shale e Bakken sono nomi di campi estrattivi che hanno portato Halcón a dichiarare bancarotta. Un procedimento che ha fatto perdere agli investitori 1,8 miliardi di dollari (1,5 miliardi di euro).

Dalla bancarotta Wilson è uscito rilanciando con ancora maggiori promesse di ricchezza. La chiave per lanciare una compagnia petrolifera di shale è fare grandi promesse, trovare petrolio e gas e pomparne il più possibile, tutto finanziando l'impegno con il debito.

Dopo Utica, Tuscaloosa e Bakken, Wilson ora promette che lo scisto permiano sarà il creatore di ricchezza di Halcón. Con questo progetto, Halcón ancora una volta prende a prestito denaro. Ma i risultati del primo trimestre della compagnia per il 2018 sono stati citati come "deludenti". Evidentemente si tratta di un eufemismo, visto che ancora una volta si tratta di perdite in conto capitale.

Halcón è un eccellente esempio dello schema Ponzi che è la storia del petrolio di fratturazione (fracking) in America. Grandi promesse che portano a enormi prestiti che portano a maggiori promesse. E mentre gli investitori si bruciano 280 miliardi di dollari (240 miliardi di euro) vengono sprecati, gli amministratori come Wilson si allontanano molto ricchi insieme ai caimani di Wall Street.

La realtà è che la maggior parte dei campi petroliferi di scisto in America non è mai stata redditizia. Tutto il bailamme politico e finanziario creato ad arte per mascherare i fallimenti di quasi tutte le compagnie, non ha fatto altro che nascondere questa terribile verità.