Secondo uno studio, la rivoluzione energetica rischia di generare una società "a due velocità" come già avviene per internet. Si parla di energy-divide.

Le grandi metropoli stanno anticipando le altre parti del mondo nella rivoluzione energetica, grazie agli alti livelli di investimento, generati dagli alti ritorni economici previsti in quelle aree. A rischio le aree extra-urbane, tagliate fuori da queste infrastrutture.

La nostra rischia di diventare una società energetica "a due velocità", secondo un nuovo rapporto pubblicato questa settimana, che avverte che le moderne infrastrutture energetiche come le ricariche per veicoli elettrici, i contatori intelligenti e gli elettrodomestici connessi a Internet sono adottati in modo non uniforme in tutto il paese, nella fattispecie il Regno Unito.

Il rapporto, commissionato dal Gruppo Drax e condotto dall'Imperial College di Londra e E4tech, divide la rivoluzione energetica in 20 settori distinti e tiene traccia dei progressi rispetto a una serie di misure, tra cui il numero di contatori intelligenti, stazioni di trasporto dell'idrogeno, pompe di calore, stazioni di ricarica per auto e autobus elettrici.

Il rapporto mette in guardia sul fatto che le divisioni regionali stanno già emergendo, con Londra e la Scozia in vantaggio sull'accesso alle nuove tecnologie per l'energia pulita. Al contrario, il nord dell'Inghilterra e le East Midlands sono più indietro.

Questa situazione è esportabile pari pari a tutto l'occidente, e non solo, con le grandi aree metropolitane oggetto di grandi investimenti privati in infrastrutture, e le aree rurali lasciate completamente nel disservizio. Questo ci ricorda quanto avvenuto per le tecnologie ICT, in particolare internet, che ha creato il cosiddetto Digital Divide, favorendo le aziende 2.0 sorte nei cosiddetti distretti digitali, il più famoso dei quali è Sylicon Valley.

La disconnessione dalle nuove energie rischia di far emergere una società a due velocità, sostiene Iain Staffell dell'Imperial College, uno dei principali ricercatori del rapporto. "Il mondo sta attraversando una rivoluzione energetica", ha detto. "Stiamo creando un sistema energetico che alimenterà la nostra economia futura e aiuterà a contrastare i cambiamenti climatici."

"Ma la nostra ricerca rivela che siamo a rischio di creare un'economia a due velocità, lasciando milioni di famiglie e imprese meno attrezzate," ha aggiunto. "La nostra preoccupazione è che a questi non verranno offerte le stesse opportunità di salute e lavoro offerte alle persone che vivono in regioni che stanno modernizzando le loro infrastrutture energetiche."

Le differenze nel ritmo della rivoluzione energetica sono risultato di investimenti non uniformi sia da parte del governo nazionale e delle autorità locali, sia da aziende private che, ovviamente, se devono investire, lo fanno in luoghi dove i ritorni attesi sono maggiori, sia per concentrazione di potenziali utenti, sia per il reddito medio delle famiglie.

Città come Londra, Milano, Parigi, Amsterdam Roma, Berlino etc. sono all'avanguardia per l'elevata disponibilità di trasporto pubblico, per esempio, e il costo relativamente basso dell'esercizio dell'auto elettrica. Anche le case residenziali tendono ad essere più efficienti dal punto di vista energetico.

Nelle regioni più svantaggiate le case sono più fatiscenti e meno efficienti dal punto di vista energetico, spingendo verso l'alto i tassi di povertà energetica. Il trasporto è quasi ovunque incentrato sull'uso dei veicoli personali, spingendo verso l'alto le emissioni.

"Per essere efficace, la trasformazione energetica deve essere una forza positiva in tutta la società, non solo dove è più conveniente," conclude il documento.