Storica ammissione in tribunale di un avvocato rappresentante gli interessi di una major del petrolio. Che però aggiunge: "ma la colpa è delle attività industriali, non nostra."

Lo stravagante sistema giudiziario statunitense inscena a San Francisco un tutorial pre-dibattimentale in cui vari esperti di settore, petrolieri e climatologi in primis, sono chiamati a pronunciarsi sul cambiamento climatico, in ottica di stabilire precise responsabilità risarcitorie a favore degli sfollati climatici.

Gli USA sono il paese delle cause e degli avvocati. Qualunque evento crei un danno di qualunque tipo, se il presunto responsabile è danaroso, è destinato a essere valutato nelle aule di un tribunale, con conseguenti richieste risarcitorie.

Per questo, anche il cambiamento climatico, che a causa dell'aumento dei livelli del mare, provoca danni patrimoniali a numerose persone, è stato portato davanti al giudice. E gli imputati sono le compagnie petrolifere.

In questi giorni, in una corte federale a San Francisco, le principali compagnie petrolifere si stanno difendendo dall'accusa di aver provocato il cambiamento climatico. La sorpresa è che la linea di difesa non nega il rapporto causa-effetto tra aumento di CO2 e riscaldamento globale, anzi. Attraverso Theodore Boutrous, l'avvocato della Chevron, hanno dichiarato di concordare con il "consenso scientifico", affermando che è "estremamente probabile" che l'attività umana sia responsabile del riscaldamento globale dalla metà del 20° secolo. Semplicemente, le compagnie petrolifere non pensano di poter essere citate in giudizio per questo.

"Chevron accetta quello che sostiene l'IPCC (Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici) sui cambiamenti climatici", ha dichiarato Boutrous, che dirige la squadra legale per le cinque compagnie petrolifere sono imputate in questa causa. Ma, ha aggiunto, non è loro responsabilità: "È una questione globale che richiede un'azione globale", ha affermato.

Boutrous ha esaminato i risultati dell'ultimo rapporto dell'IPCC (pubblicato nel 2013), riconoscendo che le temperature globali sono in aumento a causa dell'anidride carbonica causata dall'attività umana, che altri fattori sono trascurabili e che di conseguenza, i livelli del mare stanno aumentando. Non ha posto alcun dubbio sulle affermazione del rapporto dell'IPCC. Ma la colpa non sta in capo a chi ha estratto o prodotto combustibili: bensì all'attività economica, che questi combustibili brucia.

Le dichiarazioni di Boutrous rappresentano un ribaltamento della strategia di difesa delle altre compagnie petrolifere, ExxonMobil, ConocoPhillips, Royal Dutch Shell e BP. Le quali, per il momento, non hanno risposto alle richieste di commento.

La seduta di mercoledì non era un processo, ma un'udienza preliminare, di tipo conoscitivo, una sessione in cui i team legali di entrambe le parti presentano fatti concreti per l'istruzione del processo. Ma l'audizione ha segnato una svolta: le principali compagnie petrolifere dichiarano che i cambiamenti climatici causati dall'uomo sono reali. A questo punto, la scienza è così innegabile che non ha più senso per le compagnie petrolifere cercare di smentirla.

Avevamo già parlato del rapporto Sky di Shell (vedi La ricetta della Shell contro il cambiamento climatico), e quanto sta avvenendo a San Francisco conferma che il fronte dei negazionisti si sta assottigliando e sempre più isolando. Myles Allen, climatologo dell'Università di Oxford, presente all'udienza, ha dichiarato: "La corte sta evidentemente prendendo sul serio la scienza."

La strategia dela Chevron è chiara: ammettere le correlazioni tra clima ed emissioni, ma distribuire le colpe su tutto l'apparato economico, non solo ai fornitori di combustibili fossili. Lo stesso Boutrous ha fatto sfoggio di slide che mostravano il precipitoso innalzamento delle temperature globali e dei livelli del mare, anche se lo ha fatto per evidenziare le emissioni in Cina e India, soffermandosi in particolare sul fatto che la Cina attualmente supera gli Stati Uniti in termini di emissioni. Questo fatto è in gran parte dovuto alla combustione del carbone, che si sta riducendo negli Stati Uniti, anche grazie, secondo Boutrous, al fracking idraulico (vedi In arrivo il fracking 2.0).

Gli argomenti di Chevron non sono privi di verosimiglianza, anche se è un po' come dire: "Facciamo solo sigarette, sono le persone che scelgono di fumare." "È un argomento che abbiamo già sentito dalle compagnie del tabacco," afferma Peter Frumhoff, cliomatologo dell'Unione degli scienziati preoccupati (UCS - Union of Concerned Scientists). "Le aziende produttrici di tabacco per anni dissero così, e per anni i tribunali si schierarono con le compagnie, finché l'opinione pubblica non cominciò a cambiare."

Secondo Frumhoff, gli imputati (le compagnie petrolifere) "hanno preso in prestito il manuale dell'industria del Tabacco per promuovere i loro prodotti." La questione rischia di diventare molto sottile, di lana caprina: da un lato è perfettamente comprensibile la difesa di Chevron, che sposta la responsabilità delle emissioni all'atto del bruciare i combustibili, non alla loro estrazione e preparazione. Dall'altro, è perfettamente calzante l'accusa di UCS, che dice, sostanzialmente, ma voi che li avete estratti a fare, i combustibili?

Il discrimine, sottilissimo, è se l'inevitabile attività delle compagnie petrolifere di promozione del proprio prodotto, sia o meno sconfinata nel "promuovere l'uso massiccio di combustibili fossili ingannando il pubblico sul riscaldamento globalesottolineando le incertezze delle scienze del clima," come dice Frumhoff.

Ovviamente, le slide di Boutrous, che ricostruiscono la storia delle scienze del clima, si concentrano sul fatto che il cambiamento climatico è stato causato dagli esseri umani. Ma, sottolinea Boutrous, fino a circa gli anni '60, gli scienziati non avevano un'opinione condivisa sugli effetti dell'accumulo della CO2 sul clima.

Boutrous ha mostrato citazioni dai rapporti dell'IPCC nel corso degli anni, sottolineando il linguaggio sempre più forte utilizzato per caratterizzare le conclusioni sul cambiamento climatico. Nel 1995, l'IPCC ha affermato che "il bilancio delle prove suggerisce" cambiamenti climatici causati dall'uomo, il rapporto del 2007 recita la frase "molto probabilmente" e nel 2013 si leggono le parole "estremamente probabile."

Non sono comunque mancati i negazionisti: gli accademici William Happer, Richard S. Lindzen e Steven E. Koonin hanno chiesto il permesso di presentare la propria presentazione scientifica, che mette in discussione i cambiamenti climatici antropogenici. Happer e Lindzen sono negatori del clima; Koonin afferma che la scienza del clima è "non risolta". Un altro gruppo di negazionisti, guidato da un visconte britannico con una laurea in architettura classica, ha chiesto di presentare un fascicolo. Nessuno dei due gruppi ha comunque ricevuto il permesso di contribuire alla discussione, ma il giudice ha chiesto a entrambi di rivelare le loro fonti di finanziamento. In particolare, Koonin ha rivelato di avere "un po 'di denaro investito in un piano pensionistico BP derivante dal suo impiego che si è concluso nove anni fa."

Ci si può chiedere a cosa serva discutere in tribunale di questioni eminentemente scientifiche. Ma si può comunque dire che lo stravagante sistema processuale statunitense ha ottenuto almeno un obiettivo: la frase "È estremamente probabile che l'influenza umana sia stata la causa principale del riscaldamento osservato dalla metà del 20° secolo," è entrata ufficialmente nel pubblico dominio, per essere stata pronunciata dal rappresentante di una compagnia petrolifera, ufficialmente, in un'aula di tribunale.