Il sistema di trasporto privatizzato di Uber può fare più male che bene, se le città lasciano andare in rovina il trasporto pubblico. Gli USA sembrano passivi, ma l'Europa reagisce con app moderne ed efficaci. La necessità di un protocollo standard.

La nuova app UberPool e il dumping sembrano progettati per demolire il trasporto pubblico. Ma chi di app ferisce, di app perisce: società di traporto europee rispondono con trasporti integrati che si basano sulla bioimitazione.

Attorno al fenomeno Uber si sta giocando una seria battaglia ideologica tra i sostenitori e i detrattori della tecnologia a tutti i costi.

Qualcuno arriva a parlare di Uber-economy, evidenziando il fatto che l'economia delle app si rivela spesso un escamotage per applicare, impuniti, il vecchio sistema del caporalato (vedi articolo su veramente.org).

Il luogo comune vuole che Uber, dopo aver distrutto i taxi, si accinga a cancellare le automobili private dalle città. E questo potrebbe essere non necessariamente un male, se si sorvola sull'esercito di schiavi senza protezioni previdenziali.

Purtroppo vi sono segnali, provenienti dalle grandi città del nordamerica che hanno lasciato campo libero a Uber, che anche il trasporto pubblico possa diventare poco competitivo.

Lo schema di mobilità proposto da UberPool permette agli utenti di condividere il costo dei viaggi con altri utenti Uber che vanno nella stessa direzione. Negli ultimi sei mesi, Uber ha iniziato ad offrire percorsi condivisi per meno di un dollaro (81 centesimi), introducendo punti di prelievo ottimizzati algoritmicamente che imitano le fermate degli autobus, e ha iniziato a provare i veicoli semi-autonomi che spera possano risolvere i suoi sempre più controversi problemi di lavoro.

Ma c'è di più: secondo i calcoli effettuati da alcuni economisti Uber starebbe applicando tariffe inferiori del 41% rispetto al costo reale di ogni percorso. In altre parole, starebbe applicando un dumping selvaggio, testimoniato dalle perdite di bilancio che sta accumulando ogni anno.

Gestione poco oculata, sfortuna o strategia intenzionale? Secondo l'economista Justin Wolfers, "i prezzi saliranno, una volta che saranno riusciti a monopolizzare il settore". L'amministratore delegato di Uber, Travis Kalanick, interrogato sull'argomento, non ha mai negato.

In alcune località la strategia sta avendo successo. La città di Washington DC (USA), la scorsa primavera, ha dovuto affrontare la Metropocalisse, un arresto a livello di sistema del trasporto pubblico seguito da un anno di disservizi per riparazioni di emergenza, che richiedono la chiusura di intere linee per settimane ogni volta.

I pendolari sono stati soccorsi da un operazione massiccia da parte di Uber, Lyft e altri servizi, che hanno offerto trasporti condivisi a prezzi al di sotto del costo di un biglietto della metropolitana. La metro di Washington ora rischia il fallimento.

Lo sciopero della metropolitana di Londra sta spianando la strada a UberPool in maniera assolutamente simile. Tutto ciò farebbe presagire un futuro cupo per il trasporto pubblico, se e quando la tecnologia informatica di Uber si perfezionasse. Anche un modesto calo nelle utenze potrebbe trasformare sistemi di trasporto pubblico ben gestiti in voragini finanziarie.

Il destino delle aziende pubbliche di trasporto è segnato? Tutt'altro. Seguendo il concetto di bioimitazione, è assurdo concepire un sistema di trasporto basato su un solo tipo di vettore. La natura risolve i suoi problemi adattando e integrando le varie forme di vita, e l'evoluzione, per quanto crudele, non si risolve mai con la morte di tutti i concorrenti. Ciascuna parte in causa trova una nicchia in cui riesce a prosperare.

Se Uber ha sferrato il suo attacco all'economia mondiale attraverso un'App, è presumibile che un sistema di App possa sconfiggere il suo monopolio.

"La Svizzera è ancora un paese in cui la gente ama i treni. Sono sempre in orario e passano ogni mezz'ora. Sono molto orgoglioso di questo", sostiene Michael Frankenberg, amministratore delegato della società di ingegneria tedesca HaCon Ingenieurgesellschaft.

"Il maggior limite nei confronti dell'auto è l'impossibilità di portare le persone da qualunque provenienza a qualunque destinazione, cosa che l'auto fa (al netto del problema dei parcheggi). Quindi occorre integrare diversi mezzi di trasporto."

La ferrovia svizzera, FFS, ha affrontato questo problema con le FFS Reiseplaner, un'applicazione che integra ogni forma di trasporto disponibile, non solo fornendo tempi e costi di arrivo, ma permettendo anche di acquistare i biglietti.

"Il sistema integra taxi, Uber, car sharing, bike sharing, e si può comprare tutto in un unico passaggio, in modo da poter noleggiare l'auto direttamente senza uscire dall'applicazione, è possibile acquistare il biglietto del treno, quindi tutto è integrato all'interno di un'unica applicazione".

In Svizzera i pendolari stanno imparando che il trasporto pubblico non solo è più conveniente rispetto all'uso dell'automobile privata, ma a volte più veloce.

La ferrovia tedesca ha fatto qualcosa di simile con la sua applicazione Qixxit, e il governo austriaco ha BusBahnBim, che promette "troverete sempre il percorso migliore in tutta l'Austria, sia con i mezzi pubblici, a piedi, in bicicletta o in auto."

"La gente vuole personalizzare il proprio viaggio", sostiene Neal Hemenover, responsabile comunicazione di Transdev North America. "Vuole avere voce in capitolo su dove andare e che cosa fare, e questo tipo di applicazioni va incontro a queste esigenze crescenti. Ogni trasporto locale può avere la propria app."

Perché queste iniziative locali possano avere successo, sono necessari standard comuni per i dati, per favorire l'interoperabilità tra le diverse soluzioni. Ciò significa standard in cui i dati possano essere scambiati, in cui è possibile aprire con una sola applicazione tutti gli elementi di un viaggio. "Credo che sia molto importante essere sempre più aperti a questi standard," sostiene Frankenberg.