Secondo un rapporto, nei 7 paesi che si affacciano al Mare Nostrum vi sono 658 oggetti ogni 100 metri di spiaggia.

Alcune coste del Bel Paese trasformate in discariche. Rifiuti diversi che avvelenano le nostre spiagge.

Il problema dei rifiuti che tormenta le nostre città, è ormai diventato una sorta di "discorso quotidiano", a differenza della quantità di immondizia che ha preso la residenza sulle nostre coste e nei mari del bel paese.

Secondo il rapporto "Valutazione dei rifiuti marini nei Mari Adriatico e Ionio", scritto da diversi istituti di ricerca di 7 paesi bagnati da questi mari (Albania, Italia, Grecia, Montenegro, Bosnia ed Erzegovina, Croazia e Slovenia), evidenzia come la parte adriatica sia davvero poco tutelata.

Si stima che sulle spiagge adriatiche e ioniche vi siano in media 658 oggetti ogni 100 metri di costa.

Non solo, oltrepassando la battigia si va in peggio: in solo 1 chilometro di acque superficiali vi sarebbero almeno 330 oggetti che galleggiano allegramente, mentre sul fondale marino ve ne sarebbero 510 ogni km quadrato.

Ciò che è emerso dalla ricerca conferma che ad inquinare ed avvelenare queste zone sono oggetti di provenienza ben distinta: almeno il 40% dei rifiuti deriverebbe infatti da una non corretta gestione nella raccolta dei rifiuti sui lungomare, il 20% da pesca e trasporti marittimi.

La poca civiltà delle persone che utilizzano le spiagge contribuisce ad una fetta pari al 10% dei rifiuti trovati sulle spiagge: mozziconi di sigaretta, accendini, ma anche oggetti di origine sanitaria, preservativi e assorbenti igienici.