Le stime sulla raccolta sono desolanti: una nuova campagna britannica invita le persone a riciclare le pile usate.

I rivenditori di batterie uniti per incoraggiare il riciclo delle batterie dopo i risultati sconvolgenti di numerosi sondaggi.

I principali rivenditori al dettaglio hanno unito le forze per incoraggiare le persone a riciclare le batterie usate a seguito di un nuovo sondaggio da cui è emerso che più della metà degli intervistati le butta nel cestino. I negozianti sostengono questa azione per rendere più facile ai consumatori il riciclo delle pile usate ed evitare così che ne finiscano in discarica in milioni ogni anno, causando di conseguenza numerosi danni ambientali.

I rivenditori che vendono più di 32 kg di batterie all'anno sono già obbligati a fornire punti di raccolta, ma non sempre sono visibili. I partecipanti a questa nuova campagna si sono impegnati a fare in modo che questi servizi siano facilmente individuabili.

La preoccupazione nasce da un sondaggio effettuato su 3.055 adulti britannici da una collaborazione tra l'ente di beneficenza ambientale Hubbub e il programma di conformità Ecosurety. L'indagine ha rivelato che meno della metà degli intervistati (47%) è conscia che le batterie sono costituite da metalli pesanti preziosi che possono essere riutilizzati, tra cui piombo, mercurio, cadmio, zinco, manganese e litio.

Le sostanze tossiche presenti nelle pile possono essere pericolose per l'ambiente se non vengono smaltite correttamente, ma la metà degli intervistati (52%) ha ammesso di buttare le batterie nel comune cestino domestico.

Ciò si traduce in milioni di pile all'anno destinate alla discarica, che rischiano di affluire nel terreno e nelle falde acquifere, se non gestite correttamente. Inoltre la ricerca ha scoperto che 6 persone su 10 accumulano le batterie nelle loro case, dimenticando la pericolosità soprattutto verso i bambini, fenomeno che abbiamo segnalato in: I nemici dell'ambiente: la discarica e il cassetto.

Altro problema britannico relativo alle batterie è l'assenza di una filiera integrata di riciclo: le batterie esaurite attualmente sono spedite in Finlandia, Germania e Francia. La prima centrale britannica aprirà in Scozia nel mese di novembre. L'impianto permetterà di lavorare 20.000 tonnellate di batterie all'anno, una capacità sufficiente per affrontare tutte le batterie attuali del Regno Unito.

Viene da chiedersi come potrà, una nazione così poco propensa al riciclo, affrontare la prossima rivoluzione delle auto elettriche, che comporterà l'invasione massiccia di batterie esaurite al litio nell'arco di cinque anni. Tutto questo alla luce dell'uscita dall'Unione Europea, che giustamente potrebbe rifiutarsi di accollarsi tale problema per gli ex-membri britannici.