All'Acquario di Genova allestita una vasca provocatoria con sacchetti di plastica che assomigliano a meduse, ma che uccidono gli animali marini.

Arriva a Genova una mostra itinerante made in USA, che ha l'obiettivo di far conoscere l'inquinamento da plastica mondiale e suggerire comportamenti responsabili.

All'Acquario di Genoa nasce un nuovo progetto per mostrare il problema dei 10 milioni di tonnellate di plastica che ogni anno finiscono negli oceani, insieme ai sacchetti ingeriti da tartarughe, uccelli marini, pesci perché ingannati.

All'acquario sono arrivate quindi le "meduse killer", ribattezzate simpaticamente dai biologi della struttura Plasticobursa medusoides, che sembrano meduse ma non sono altro che sacchetti di plastica.

Una vasca puramente provocatoria, come ha commentato Giorgio Bertolina, AD Costa Edutainment, che fa da cornice alla mostra interattiva "An Ocean Free of Plastic," presso il padiglione dei cetacei fino al 10 dicembre 2017. La mostra è itinerante e approda a Genova dopo essere passata per Copenaghen, Tallin, Lisbona e Malta.

A realizzarla è stato il Dipartimento di Stato Usa, alla Commissione Europea, all'Acquario di Copenaghen e Ong Plastic Change. Il percorso mette in evidenza come il mare ormai non sia altro che una zuppa di plastica. Mediamente un sacchetto vive 12 minuti e ogni anno nell'immondizia gettiamo almeno 1 miliardi di bottiglie che ci mettono ben 400 anni per degradarsi.

Secondo quanto risultato dal World Economic Forum, dal 2015 le tonnellate di plastica presenti nei mari ammontano a 150mila e si rischia di arrivare a 250 nel 2025 e almeno 850 entro il 2050, superando quindi il numero dei pesci.

Kelly Degnan, Vice Capo Missione dell'Ambasciata degli USA, racconta che al largo delle Hawaii si trova la Great Pacific garbage pack, la chiazza d'immondizia più grande del mondo, un fenomeno che può essere cojntrastato piega con comportamenti quotidiani sostenibili, come il riuso di bottiglie o i sacchetti riutilizzabili, l'acquisto di cosmetici privi di microplastiche o la raccolta di rifiuti abbandonati.

Nicola Costa, Presidente della Fondazione Acquario di Genova, ha ricordato che la plastica, una volta raggiunto il mare, si frammenta in microplastica. Gli animali quindi, la ingeriscono, la accumulano nei tessuti e la reinseriscono nella catena alimentare, trasmettendola di pesce in pesce fino a raggiungere le nostre tavole.

Esiste inoltre una microplastica più subdola, quella dei granuli di plastica abrasiva contenuta nel dentifricio, nel bagnoschiuma e nei prodotti cosmetici. Una crema esfoliante può contenere fino a 350mila granuli.

Nell'insegnare ai bambini a proteggere la natura, è anche bene ricordare la continua lotta contro la "medusa killer" che abita in ogni mare ed è cibo ormai per numerose specie.