Le feci umane (humanure), adeguatamente sanificate, sono un'importante fonte di sostanza organica per l'agricoltura da non disperdere. L'India mette una toppa a questa mancanza partendo dalle piccole comunità.

In un sobborgo di Bangalore nasce un impianto di sanificazione fanghi settici da insediamenti civili, per spargerli nei campi agricoli. Processo quasi ovvio e rimasticato, ma per l'India è una novità.

Gestire l'enorme quantità di rifiuti umani generati in una città in rapida crescita come Bangalore è una grande sfida. E l'amministrazione pubblica sembra essere orientata alla destinazione agricola.

Non si tratta di alcunché di nuovo e sperimentale, visto che da decenni in Europa i fanghi dei depuratori biologici civili trovano applicazione come ammendanti nei terreni agricoli, spesso senza essere ri-compostati. Caso mai stupisce il fatto che questa, in un paese popoloso e quindi di grande pressione antropica, sia considerata una novità.

Secondo la stampa indiana, l'impianto di trattamento dei fanghi fecali (FSTP), avviato a Devanahalli nel 2015 e che ora gestisce i rifiuti provenienti da 20.000 residenze, potrebbe essere un modello per impianti simili di trattamento di piccole dimensioni in tutto il paese. I rifiuti trattati dall'impianto vengono utilizzati per fare concime per gli agricoltori del quartiere.

Qui salta all'occhio la principale differenza con la gestione delle acque in Italia e in Europa: non si tratta di fanghi generati da depuratori biologici, ovvero da trattamenti di ossidazione delle acque, ma una semplice separazione tipo Imhof, per cui il trattamento secondario con compostaggio è una seria necessità sanitaria. Il progetto è stato presentato tra i processi sostenibili al convegno "Future Earth South Asia", tenuto presso il Centro Divecha per i Cambiamenti Climatici (DCCC) la scorsa settimana.

Clara Nicolai (nome che tradisce origini italiane), della CDD, società che gestisce i rifiuti a Devanahalli, ha affermato che la gestione dei fanghi fecali è un collegamento importante nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dalle Nazioni Unite.

Ha sottolineato che molte parti dell'India hanno un terreno scarso di fosforo e molti agricoltori alla periferia di Bangalore utilizzano fanghi non trattati. "L'uso diretto delle feci potrebbe portare alla contaminazione delle colture, ma se il fango viene trattato e successivamente riutilizzato privilegiando le regioni peri-urbane povere, aiuterà a risolvere il problema della gestione dei rifiuti e fornire sostanze nutritive al suolo", ha detto.

Un progetto pilota era stato realizzato presso la colonia dei lavoratori di Beedi a Kengeri, prima di creare l'impianto a Devanahalli. Gli impianti di trattamento dei fanghi fecali ricevono i fanghi tal quali dai serbatoi settici, li trattano e li sanificano ad alta temperatura. Il sottoprodotto, mescolato al compost vegetale, può agire come un buon concime, secondo la signora Nicolai. Secondo la politica dello "scarico zero", gli appartamenti di grandi dimensioni devono avere propri impianti di separazione dei fanghi.

Il Comune, in collaborazione con CDD, ha organizzato seminari di formazione per gli agricoltori di Devanahalli sulle pratiche di riutilizzo sicuro dei fanghi, e sta effettuando studi per la creazione di più impianti nelle aree periurbane di Bangalore.