Un'idea disperata per utilizzare l'enorme area contaminata dal disastro del 1986: una serie di mega impianti solari nel nulla. Al via numerose gare per scegliere il progetto migliore, anche in termini economici.

Il governo ucraino punta alla costruzioni di centrali solari a Chernobyl. Ancora non è chiaro come sarà affrontato il rischio delle radiazioni per i lavoratori della costruzione.

Una corsa verso il solare è quella iniziata dal governo ucraino insieme a decine di società di tutto il mondo per creare nella zona off limits di Cernobyl, chiusa da 30 anni a causa delle radiazioni, delle centrali solari che hanno l'obiettivo di generare energia pulita e diminuire la dipendenza dal gas russo.

E' cosi partita una gara tra 39 aziende, di cui 13 estere e 26 ucraine, per la zona di esclusione, di raggio 30 km dall'impianto che esplose nel 1986, per realizzare gli impianti solari. Attualmente la zona, interdetta agli umani, è stata ripopolata da grandi mammiferi selvatici e rapaci, costituendo una paradossale riserva naturale (vedi articolo su veramente.org).

Il governo di Kiev intende riusare, nel limite del possibile, quel territorio che è grande il doppio di Los Angeles, senza però pensare ad agricoltura e industria, assolutamente irrealizzabili a causa delle radiazioni.

Una delle poche possibilità sono appunto i pannelli solari, in quanto non richiedono una presenza costante di personale.

L'area gode di una perfetta esposizione solare e per gli impianti si può utilizzare la vecchia rete elettrica della centrale nucleare, ancora in funzione.

Un sistema che permetterebbe a uno dei Paesi più poveri d'Europa come l'Ucraina, di ridurre la dipendenza micidiale dal gas russo.

Il governo ucraino affitta i terreni all'85% in meno oltre ad un incentivo di 17 centesimi di euro a kilowatt.

Naturalmente, i progetti che sono stati presentati finora arrivano a circa 2 gigawatt (contro i 4 prodotti dalla centrale nucleare).

Le offerte sono arrivate da molte società straniere, tra cui Cina, Germania, Danimarca e Bulgaria.

L'impianto cinese di GCL e China State Construction Engineering Corporation è il più grande e produrrebbe 1 gigawatt a fronte di un investimento di 1 miliardo di dollari, a differenza di quello tedesco che arriva a 500 megawatt e molti altri che superano i 20 megawatt.

È quindi necessario capire come affrontare il pericolo delle radiazioni, in quanto i lavoratori che realizzeranno le centrali e i manutentori ne saranno esposti.

Fino ad ora né il governo né le aziende hanno pensato a quali misure di sicurezza adottare.

In questo video alcune immagini dell'area interdetta.