Costituite di cellulosa e bambù, le capsule potranno essere conferite nella raccolta dell'umido.
A cosa servano, non si è ben capito, ma almeno ora le capsule di caffè saranno biodegradabili per ridurre l'impatto ambientale.
Le macchine del caffè a capsule sono
una delle peggiori trovate del sistema consumistico. Blandiscono i consumatori offrendo macchine costose sottoprezzo, fornite della prima piccola scorta di cialde (gli spacciatori di droga sanno che la prima dose deve essere gratis), per poi subissarli per l'eternità con capsule vendute a un prezzo esagerato.
Ma l'aspetto più dannoso è quello ambientale, visto che le capsule sono un groviglio inestricabile di sostanza organica e plastica (o peggio metallo), senza che nessuna filiera per il riciclo sia stata organizzata a causa dell'assenza di standard. La pigrizia dei consumatori fa il resto, e
le capsule sono destinate, tutte, alla discarica.
Come gestire allora la quantità di questo ennesimo inutile rifiuto? L'idea della eco-capsula potrebbe mitigare parzialmente questo vulnus.
Le polemiche per l'impatto ambientale hanno toccato i produttori di questa inutile abitudine diventata da qualche anno una moda e una comodità per gli amanti della fretta.
La Nestlè, una delle multinazionali più contestate, ci aveva già pensato con
Nespresso nel 2013, realizzando le prime capsule biodegradabili da gettare nella frazione umida della spazzatura, seguita poi da numerose aziende Europee.
Oggi a fare un passo avanti verso le 13.500 capsule di caffè non biodegradabili che ogni minuto finiscono in discarica, è un'azienda britannica. L'impresa Halo ha annunciato di aver realizzato le prime capsule compostabili al 100%.
La società inglese ha sottolineato che le capsule contenenti alluminio o plastica prodotte ogni anno sono circa 20 miliardi.
Una quantità esorbitante molto difficile da riciclare che finisce nelle immondizie oppure viene avviata a compostaggio industriale con cernita, che comporta non solo processi complicati, ma anche costi elevati.
Le nuove capsule sono costituite interamente da materiali organici, quali bambù e polpa di cellulosa, che permettono il conferimento nella raccolta dell'umido, e la loro biodegradabilità sarà di 90 giorni, a differenza di quelle in alluminio e plastica che impiegano dai 150 ai 200 anni.
Ovviamente, moka e macchina espresso convenzionale sono decisamente preferibili.